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La Puglia non è
un posto per bambini

 
Rita Schena

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Rita Schena

bambino foto Save The children

Sabato 01 Aprile 2017, 10:56

16:13

Un Paese, l’Italia, dove la percentuale di minori in povertà assoluta – oltre 1,1 milioni - è quasi triplicata negli ultimi 10 anni (passando dal 3,9% della popolazione di riferimento nel 2005 al 10,9% nel 2015). In questo quadro, la Puglia non fa eccezione, registrando un numero di minori in povertà relativa che supera di ben 12 punti percentuale (32%) la media nazionale (20%) e del 3% la media delle regioni del Mezzogiorno (29%).

I dati sono emersi dall'ultimo rapporto di Save The children “Futuro in partenza? L’impatto delle povertà educative sull’infanzia in Italia” presentato oggi e che evidenzia come nonostante negli ultimi 23 anni il numero di ragazzi che abbandonano precocemente gli studi si sia più che dimezzato (passando dal 38% del 1992 al 15% del 2015), la Puglia registra un livello più alto della media nazionale (14%), con il 17% di early school leavers. Numeri che lasciano l’Italia indietro rispetto ai paesi della Unione Europea (la cui media è dell’11%). In Puglia, il numero dei ragazzi che non partecipa ad attività culturali, ricreative e sportive[2], pur registrando un abbassamento del 13% dal 2013 (quando registrava l’80%), continua a superare di molto la media nazionale (60%), attestandosi al 67%.

Bambini e ragazzi privati spesso, soprattutto al Sud, della possibilità di apprendere e sviluppare i propri talenti, capacità e aspirazioni, cui vengono negate opportunità fondamentali per la loro crescita: solo 1 alunno pugliese su 4 usufruisce della mensa scolastica (27%) contro la metà dei coetanei in tutta Italia (52%), e appena 1 bambino su 20 (5%) riesce ad accedere ai servizi pubblici per l’infanzia tra i quali l’asilo nido (percentuale che dal 2010 non ha mai superato questa soglia), rispetto ad una media nazionale del 13%. In Puglia, anche il tempo pieno è carente, assente nella quasi totalità delle classi nella scuola primaria (83%) e secondaria (94%). Più di 1 alunno su 4 frequenta istituti con infrastrutture inadeguate.

Dal rapporto di Save the Children in occasione del rilancio della campagna per il contrasto alla povertà educativa emerge un quadro dell’Italia, compresa la Puglia, che dopo anni stenta a far decollare il futuro dei propri ragazzi e che, nonostante alcuni miglioramenti negli ultimi anni, risulta ancora lontana dal resto dell’Europa e in cui le maggiori privazioni educative per i minori si registrano al Sud, con ritardi importanti che non risparmiano tuttavia le regioni del Centro e del Nord. Sono soprattutto i minori che provengono dalle famiglie svantaggiate dal punto di vista socio-economico a subire le più gravi conseguenze della povertà educativa e si tratta di un fenomeno in forte crescita, in considerazione che anche la percentuale di minori che vivono in povertà relativa - più di 2 milioni di bambini e adolescenti - è quasi raddoppiata dal 2005, passando dal 12,6% della popolazione di riferimento al 20,2% nel 2015 e in particolare ha subito un’impennata di quasi 8 punti percentuali dal 2011 al 2015. Una percentuale che in Puglia coinvolge più di 1 minore su 4, in cifre 229mila tra bambini e ragazzi della Regione.

«Il nostro è un Paese in cui non sono le pari opportunità a determinare i percorsi educativi e di vita dei ragazzi, ma lo svantaggio ereditato dalle famiglie. La Puglia non fa eccezione, anche qui come nel resto d’Italia, la povertà economica ed educativa dei genitori viene trasmessa ai figli, che a loro volta, da adulti, potrebbero essere a rischio povertà ed esclusione sociale. È un circolo vizioso che coinvolge e compromette il futuro di oltre un milione di bambini e che va immediatamente spezzato - afferma Valerio Neri, Direttore generale di Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti -. Serve un impegno urgente e concreto da parte delle istituzioni sia a livello nazionale che locale: non è accettabile che vi siano bambini costretti a vivere gravi deprivazioni materiali ed educative soprattutto al Sud, ma anche al Nord. Bambini e ragazzi che non solo non hanno la possibilità di costruirsi un domani, ma che non possono neanche sognarlo. Dobbiamo dare ad ogni bambino la possibilità di far decollare le proprie aspirazioni e i propri sogni».

Dal 3 al 9 aprile Save the Children rilancia la campagna “Illuminiamo il futuro” per il contrasto alla povertà educativa, ormai giunta al suo quarto anno. Una settimana di mobilitazione, con oltre 650 eventi e iniziative anche in Puglia, in cui saranno coinvolte centinaia di associazioni, enti, scuole, realtà locali e istituzioni culturali che hanno scelto di essere al fianco dell’Organizzazione per sensibilizzare e informare sull’importanza delle opportunità educative per la crescita dei più piccoli.

Oltre 90 le iniziative che si terranno in tutta la Puglia. Si inizia il 6 aprile con il Lams (Laboratorio Arte Musica e Spettacolo) di Matera e La Piccola Orchestra di Taranto che si esibirà proprio nella città di Taranto, si prosegue l’8 aprile con una Caccia al Tesoro di Slowfood che si svolgerà a Bari e poi, il 9 aprile, presso l’Ospedale SS Annunziata sempre a Taranto, si animeranno storie per i bambini ricoverati in pediatria. 

In occasione di questa nuova edizione di “Illuminiamo il futuro”, Save the Children lancia oggi una petizione – disponibile sul sito www.illuminiamoilfuturo.it – per chiedere al Governo e al Parlamento di sbloccare, prima della scadenza della legislatura, alcuni provvedimenti fondamentali che garantiscano a tutti i bambini l’accesso all’asilo nido e a un sistema di mense scolastiche uguale per tutti e l’attuazione immediata del piano di contrasto alla povertà varato di recente dal Parlamento, segnando così l’inizio di un intervento strutturale ad ampio raggio per combattere la povertà minorile in tutte le sue forme.

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