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Trani, assolti al processo rating
tutti gli imputati di Fitch e S&P
Pm con la cravatta tricolore

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Confiscati beni per 2 mln a pregiudicato clan foggiano

Il pm Michele Ruggiero con la cravatta tricolore (foto Calvaresi)

Giovedì 30 Marzo 2017, 10:14

31 Marzo 2017, 09:19

TRANI - Il Tribunale di Trani ha assolto dall’accusa di manipolazione del mercato 5 tra analisti e manager di Standard & Poor's e la stessa società di rating. La procura aveva chiesto la condanna a due anni per Deven Sharma, all’epoca dei fatti presidente mondiale di S&P; a 3 anni ciascuno per Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa, e per gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Per S&P era stata chiesta la condanna alla sanzione di 4,6 milioni.

Assolto 'perché il fatto non sussistè dall’accusa di manipolazione del mercato David Michael Willmoth Riley, all’epoca dei fatti capo rating sovrano della sede londinese dell’agenzia di rating Fitch. L’accusa aveva chiesto la condanna dell’imputato a 9 mesi
di reclusione.

L’assoluzione dei quattro analisti di S&P - Yann Le Pallec, Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer - dal reato di manipolazione del mercato con riferimento al doppio declassamento dell’Italia del 13 gennaio 2012 (da A a BBB+) è stata pronunciata con la formula dubitativa 'perché il fatto non costituisce reatò. Ciò - secondo fonti inquirenti - significa che i giudici hanno escluso che gli imputati abbiamo agito con dolo, ma non hanno escluso la colpa. Quindi, è il ragionamento degli inquirenti, questo apre la strada ad eventuali richieste di risarcimento in sede civile da parte delle persone offese, compresi Mef, Bankitalia, Consob e risparmiatori.

Per la contestazione relativa al doppio declassamento dell’Italia, l’ex presidente mondiale di S&P Deven Sharma è stato assolto 'per non aver commesso il fattò, dalle altre contestazioni è stato mandato assolto 'perché il fatto non sussistè, così come i quattro analisti. Per la società S&P il Tribunale ha dichiarato l’insussistenza dell’illecito amministrativo.

S&P - «La decisione di oggi conferma in modo inequivocabile come in tutti questi anni la società sia stata oggetto di illazioni fantasiose. Finalmente è stata resa giustizia alla società e a ognuna delle persone che quotidianamente lavorano con onestà e competenza professionale». Lo afferma Standard &Poor's in una nota dopo l’assoluzione della società e di cinque suoi tra analisti e manager a Trani. «Abbiamo sempre riposto - prosegue la nota - tutta la nostra fiducia nella correttezza delle nostre azioni e nella capacità dei giudici che hanno dissolto ogni dubbio sull'integrità e sulla qualità del nostro lavoro».

«Sono ovviamente contento della decisione del Tribunale. Penso che questa decisione, poi leggeremo le motivazioni, dimostri che le ipotesi di responsabilità di Standard&Poor's erano sostanzialmente infondate, come noi, per la verità abbiamo sempre sostenuto», ha detto l’avvocato Guido Carlo Alleva, uno dei difensori degli imputati assolti. «Non abbiamo mai mancato di avere fiducia nella deliberazione di questi giudici - ha aggiunto - abbiamo cercato di spiegare al tribunale tutte le ragioni dei comportamenti degli analisti di S&P e mi sembra che il tribunale abbia accolto le nostre ragioni. Non sono né sorpreso, né l’avevo previsto: ogni processo ha la sua storia», ha concluso.

FITCH - «Grande soddisfazione per la sentenza di assoluzione e felicità, in particolare, per l'imputato David Riley e per la società Fitch che hanno visto riconosciuta dal Tribunale in termini assoluti l’infondatezza dell’addebito». Lo affermano in una dichiarazione i difensori di Riley, avv. Marco Calleri e Andrea Rossetti, dello studio Mucciarelli, dopo l’assoluzione dell’analista di Fitch con la formula più ampia.

«L'imputato - affermano i penalisti - ha sempre nutrito grande fiducia che il Tribunale, valutando serenamente i fatti, e applicando il diritto in modo ineccepibile, non avrebbe potuto che riconoscere l’infondatezza dell’addebito». «Resta, ormai sullo sfondo, - concludono - il rammarico per avere subito un processo assai lungo che non può che essere un’esperienza di sofferenza per chi è pienamente consapevole della propria innocenza».

IL PM - «Le sentenze non si commentano, si rispettano. Abbiamo fatto la nostra parte fino in fondo. Forse c'e un pò di amarezza , ma l’assoluta convinzione che tutto quello che si poteva fare, tutto quello che si poteva dire, sostenere, l’abbiamo fatto, detto e sostenuto con grande orgoglio». Lo ha detto il pm di Trani, Michele Ruggiero, dopo la sentenza di assoluzione di tutti gli imputati di S&P, accusati di manipolazione del mercato.

«Questa è una battaglia - ha detto il pm - che abbiamo cercato di fare per ripristinare un pò di trasparenza e di verità. Confidiamo però nel lavoro della magistratura, rispetto per le sentenze dei giudici: leggeremo le motivazioni, poi valuteremo un eventuale appello».

SAVINO (FI) - «Se manipolare lo spread, speculare sui conti pubblici di uno Stato per sovvertire il Governo democraticamente eletto non è considerato un reato, allora non c'è più democrazia. Se la finanza internazionale è più importante del popolo sovrano allora vuol dire che i soldi contano più dei voti. Assolvendo le agenzie di rating si è condannata la democrazia». Lo afferma la deputata pugliese di Forza Italia Elvira Savino, commentando la sentenza del Tribunale di Trani.

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