«Si stanno confrontando a San Foca non i manganelli della polizia e le fasce tricolori dei sindaci ma due diverse concezioni della politica». Lo ha dichiarato il Governatore pugliese, Michele Emiliano, commentando le notizie degli scontri tra polizia e manifestanti al cantiere Tap.
«Le drammatiche notizie che giungono da San Foca - ha detto - descrivono una situazione nella quale il Governo della Repubblica sta utilizzando le Forze dell’ordine per risolvere una questione politica che non ha mai voluto affrontare ascoltando le popolazioni residenti ed in particolare l’indicazione della Regione Puglia e dei Comuni, che avevano chiesto di localizzare l’approdo del gasdotto più a nord, nell'area del comune di Squinzano, che ha dato il suo consenso, evitando di impegnare una delle più belle spiagge dell'Adriatico pugliese. La battaglia del Tap è diventata per il Governo un simbolo della sua volontà di non dare alcun peso al parere delle popolazioni residenti che devono ricevere grandi opere pubbliche ad alto impatto ambientale. Eppure la Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma anzi intendeva favorirne la realizzazione pacifica attraverso una sua diversa localizzazione».
«Utilizzando il massiccio spiegamento di forze che oggi è stato predisposto - ha aggiunto - il Governo dà la misura della sua incapacità di ascoltare e elaborare politicamente le richieste di una regione intera che ha nel suo programma di governo, elaborato dal basso e votato da centinaia di migliaia di pugliesi, lo spostamento dell’approdo del Tap in un’altra area.
Si risponde sempre stancamente che questo spostamento non è possibile perché si perderebbe troppo tempo.
La fretta dunque ancora una volta passa sopra le teste di cittadini e delle istituzioni locali che pure hanno saputo difendere la Costituzione della repubblica nella parte in cui tutela le autonomie locali e la autodeterminazione degli stessi.
La Regione Puglia, che è al fianco di tutti i cittadini ed i sindaci impegnati in questi momento, sta portando avanti la battaglia legale in tutte le sedi possibili».
«ASPETTIAMO LA CONSULTA» - «Ieri purtroppo abbiamo dovuto incassare una pesante sconfitta giudiziaria da parte del Consiglio di Stato. Pende ancora davanti alla Corte Costituzionale il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Puglia nei confronti del Governo per non aver dato neanche una risposta alla Regione sulla richiesta di revoca dell’autorizzazione unica, cioè per non averla coinvolta sin dal momento della presentazione del progetto da parte di Tap».
«Io personalmente in Commissione parlamentare antimafia - ha poi dichiarato Emiliano - ho spiegato l'incongruità dell’approdo del Tap tanto a sud da costringere alla costruzione di un gasdotto terrestre di 55 km per la riconnessione alla dorsale Snam, che dovrà essere realizzato a carico della tariffa gas dei cittadini italiani, pur essendo al servizio di un’opera privata sia pure di interesse pubblico. Ho specificato inoltre che in quell'area l’inutile tratto aggiuntivo del gasdotto terrestre avrebbe costretto allo spostamento di migliaia di alberi di ulivo. Ma tutto questo purtroppo sino ad oggi non è servito a nulla».
«In attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che ove accogliesse le nostre richieste ci consentirebbe di ridiscutere l’approdo Tap, - ha continuato Emiliano - abbiamo deciso di impugnare la nota del Ministero dell’Ambiente del 27 marzo 2017. La suddetta nota «autorizza» Tap ad effettuare le attività preparatorie alla effettiva fase di inizio dei lavori». «La Regione Puglia - prosegue il governatore della Puglia - si riserva ogni ulteriore eventuale iniziativa giudiziaria finalizzata alla modifica del punto di approdo».
«TAVOLO PERMANENTE» - «Aggiungo infine - ha precisato Emiliano - che una ulteriore battaglia si sta svolgendo a livello nazionale in sede di Via per l’esame del progetto di microtunnel. In quella sede vigileremo con grande determinazione per ottenere lo spostamento dell’approdo nell’area del comune di Squinzano da noi indicata. Ho istituito con il sindaco di Melendugno e gli altri sindaci interessati alla vicenda un tavolo tecnico politico permanente che ci consenta di condurre insieme questa battaglia al meglio delle nostre possibilità. Stasera convocheremo in via telematica la prima riunione»
Emiliano ha spiegato che «la Puglia non è mai stata messa nelle condizioni, durante le procedure preliminari, di indicare il luogo dove voleva avere l’approdo del Tap. E spero che la Corte Costituzionale ci dia questa facoltà». «Ma soprattutto - ha aggiunto - abbiamo notizie, in margine al lavoro della Commissione di Via istituita presso il ministero dell’Ambiente, sulla validazione del progetto del micro tunnel».
«Il micro tunnel - ha sottolineato - non ha ancora ricevuto la validazione: cioè noi ancora oggi non sappiamo se quell'approdo, scelto a priori, consenta la costruzione del micro tunnel, e ciò nonostante gli ulivi vengono spostati. È chiaro che tanta protervia ha portato oggi tantissima gente a protestare contro questo sopruso». "Sorveglieremo - ha proseguito Emiliano - per verificare se davvero questo micro tunnel è realizzabile, perché altrimenti sarà la stessa tecnica a dire che bisogna cambiare il luogo di approdo e allora ne vedremo delle belle». «Se il micro tunnel non fosse realizzabile in quel luogo - ha rilevato il governatore - avremo la dimostrazione di un assunto: che bisognava per forza farlo lì l’approdo a prescindere dalla convenienza tecnica». «Questo - ha concluso - per noi è la dimostrazione di una logica politica completamente sbagliata».
IL CODACONS FARA' RICORSO IN SEDE COMUNITARIA - - Contro la realizzazione del gasdotto in Salento il Codacons ha annunciato oggi ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea, e invita la Regione Puglia ad aderire all’azione legale in sede comunitaria.
«Dopo la decisione del Consiglio di Stato che ha giudicato legittimo l’iter autorizzativo del gasdotto Tap che approderà a San Foca in Salento, l’unica possibilità è ricorrere alla Corte Ue - ha spiegato il presidente Carlo Rienzi - L’espianto di 231 ulivi rappresenta un danno enorme per l’ambiente e per il territorio salentino, e la decisione dei giudici italiani è stata basata più sulla forma e sulla legittimità dell’iter che non sulla sostanza del problema». «Per tale motivo - abbiamo deciso di promuovere ricorso in sede comunitaria, chiedendo di bloccare un progetto imposto dall’alto che distruggerà il territorio salentino arrecando danni all’ambiente e ai cittadini».
Il Codacons ha invitato inoltre nella nota il governatore Michele Emiliano «ad unirsi all’associazione in questa battaglia, aderendo al ricorso in sede Ue».