Tafferugli sugli spalti del Vito Curlo mentre sul campo di gioco Brindisi e Fasano disputavano la gara valida per l’andata dei quarti di finale di Coppa Italia promozione: a distanza di otto mesi dalla partita, che si disputò il 12 giugno dell’anno scorso, sono stati notificati a sei ultras (cinque brindisini, tra cui un minore e un fasanese) gli avvisi di garanzia. Quel giorno allo stadio di Fasano gli animi si surriscaldarono velocemente: solo la presenza di un considerevole numero di poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa evitò che le due tifoserie entrassero in contatto. Come sempre in questi frangenti, determinante per dare un nome ai tifosi facinorosi sono state le immagini registrate dalle telecamere azionate da poliziotti e carabinieri. Passando in rassegna quei filmati i detective della Digos della Questura di Brindisi, diretta dal commissario Antonio Caliò, e della compagnia Carabinieri di Fasano, comandata dal capitano Pierpaolo Pinnelli, hanno identificato sei ultras facinorosi. I sei hanno rimediato una denuncia in stato di libertà alla magistratura. Non solo. A breve potrebbero vedersi notificare la Daspo, il provvedimento con cui il Questore vieta loro di partecipare a manifestazioni sportive per un bel po’ di anni.
Il 12 giugno, in occasione della partita Fasano-Brindisi, diverse decine di tifosi della squadra ospite raggiunsero Fasano per assistere dagli spalti all’incontro di calcio. Alcuni di loro, giusto il tempo di accedere al settore del Vito Curlo riservato ai supporter della squadra ospite, si diressero verso la recinzione che separa i due settori cercando in tutti i modi il contatto con gli ultras del Fasano. Ne seguì un lancio di pietre e aste. Solo per fortuna nessuno si fece male. A distanza di mesi la legge ha presentato il «conto» a sei tifosi esagitati. [m. mong.]