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Terremoto sul «De Bellis»
veleni e dimissioni su appalti

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Giovedì 26 Gennaio 2017, 12:47

EMANUELE CAPUTO

CASTELLANA GROTTE - Appaiono come l’epilogo di una diatriba interna fra i massimi esponenti dell’ente ma le dimissioni di Piero Tateo dalla presidenza del consiglio di indirizzo e verifica (Civ) dell’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) «Saverio de Bellis» aprono una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire e con possibili sviluppi giudiziari. Spese in crescita esponenziale, con la possibilità di sforare in debiti milionari, in particolare per una serie di appalti con società di servizio esterne (in cui non mancano assunzioni di parenti di dipendenti e sindacalisti dell’Irccs) e per contratti di forniture di beni e servizi sono le criticità che emergono dalla dettagliata relazione con cui Tateo – 62enne già sindacalista Cgil, funzionario Inps e consigliere regionale del Pds dal 1995 al 2000 – ha motivato la clamorosa decisione di chiudere qualche mese prima della scadenza naturale la sua decennale esperienza a capo dell’ente cominciata il 16 novembre 2006.

Una decisione rimasta isolata poiché non seguita dagli altri quattro componenti del consiglio Franca De Bellis, Modesto De Girardis, Bruna Flace e Nicola Pace. La relazione integralmente verbalizzata, su richiesta dello stesso presidente del Civ, nella delibera numero 21 relativa alla riunione dello scorso 21 dicembre, suona come un’insieme di tracce da seguire per porre sotto i riflettori gli atti gestionali dell’istituto la cui eccellenza in campo gastroenterologico è riconosciuta dal Ministero della Salute sin dal 1982.

«Sono molto legato all’Istituto e alla mia città – afferma nel documento l’ex presidente – e per togliere di mezzo ogni alibi o strumentalizzazione e denunciare il pericolo che sta minacciando l’autonomia e il futuro dell’Ente, rassegno le dimissioni».
L’articolata delibera conferma inoltre la divergenza di vedute con i direttori generale (Nicola Pansini), amministrativo (Tommaso Stallone) e sanitario (Luigi Lestingi) da diversi mesi assenti alle riunioni del Civ per la convinzione che ci sia una netta distinzione fra le competenze dei vari organi mentre in passato si era sempre proceduto con una sorta di gestione «duale». Sempre nel documento Tateo ribadisce i principali rilievi mostrati dal Civ già in occasione dell’approvazione del bilancio previsionale 2017 e rimasti «lettera morta» che vanno dall’auspicio del ritorno al pieno dialogo fra le parti all’allarme del contenimento dei costi fino alla necessità di potenziare il personale nel settore della ricerca e il prioritario arruolamento dell’ingegnere clinico al fine di mettere in atto la riduzione dei costi e dei servizi. Costi che sarebbero stati gravati da alcune scelte della direzione generale particolarmente discusse come l’appalto per un global service per la gestione delle apparecchiature diagnostiche di fatto in contrasto con la figura dell’ingegnere clinico e la proroga a 15 anni di un contratto con la Siram per la fornitura energetica.

Rilievi già effettuati dal Civ in occasione del bilancio d’esercizio 2015 ed esacerbati dalla decisione della Regione di non dar seguito ad alcuni impegni, come la realizzazione della struttura di radioterapia e l’acquisto di una Pet-Tac. Questioni sulle quali il dg Nicola Pansini, pur riaffermando la stima nei confronti dell’ex presidente e offrendo massima disponibilità alle istituzioni, preferisce non rilasciare dichiarazioni, di fatto limitandosi a prendere atto delle dimissioni.

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