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Bari, sindacalista muore di Sla
«Mai avuto l'accompagnamento»

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Bari, sindacalista muore di Sla«Mai avuto l'accompagnamento»

Venerdì 20 Gennaio 2017, 10:36

18:45

di Gianluigi De Vito

Due anni fa la sentenza e l’inizio dell’abisso: Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Sapeva bene che il corpo si sarebbe sbriciolato come un biscotto sotto i piedi. Ma ha nascosto le cisterne del dolore sotto un coperchio di sorrisi, facendo il suo lavoro di sindacalista fino all’ultimo giorno in cui le gambe e mani hanno retto. Il fremito di una speranza nel poter ritardare la fine non l’ha mai abbandonato, ma la malattia è stata un mare di piombo che si è abbattuto più veloce dello Stato. Alla fine, si porta nella tomba anche diritti negati.

Piero Boccuzzi, 68 anni, 40 dei quali spesi a fare il sindacalista, prima della Cgil e poi nella Csl, è morto due anni dopo la malattia senza mai aver ricevuto ciò che gli sarebbe spettato: l’invalidità totale e le relative misure economiche di sostegno. È morto due volte, la prima per la diagnosi di una natura matrigna, la seconda per la lentocrazia delle istituzioni.

Il figlio di Piero, Giuseppe Boccuzzi, segretario generale della Cisl di Bari, è davanti alla bara del padre, nel mare di folla che vuole tributare l’ultimo saluto a un sindacalista che si è occupato di sanità privata. Tra dolore e rabbia, ricostruisce per evitare che la vergogna si ripeta: «La mala burocrazia delle commissioni di invalidità e dei tribunali italiani uccide più della Sla». E le tappe della vergogna sono facili da mettere in fila: giugno 2015, Piero Boccuzzi viene visitato dalla commissione invalidità della Asl perché la sclerosi amiotrofica avanzava a morsi evidenti. Giuseppe: «Quando fu visitato, aveva le braccia completamente paralizzate e la deambulazione assistita. Non era autonomo. Ma fu dichiarato invalido all'80%, non gli venne riconosciuta la legge 104, e quindi nessuna possibilità per i parenti di potersi assentarsi dal lavoro, nessuna indennità di accompagnamento, nessun pass per invalidi per autovetture, perché per tutto questo occorre il 100% di invalidità. Solo un assegno mensile che per i malati di Sla è di 500 euro al mese».

La famiglia di Piero si getta nell’unica foce possibile, il tribunale. Ad agosto 2015, presenta il ricorso contro il mancato riconoscimento dell’invalidità totale. «Il giudice fissa una consulenza tecnica d’ufficio, la ctu, a marzo 2016. Nel frattempo la malattia avanza inesorabilmente e i costi per l'assistenza diventano pesantissimi. Dopo la ctu di marzo, il tribunale del lavoro di Bari pensa bene di fare due rinvii fino ad arrivare al 21 novembre 2016, prima per poi concludere l'iter processuale il 21 dicembre 2016. A fine dicembre abbiamo trasmesso la sentenza all'Inps. Chissà quando erogherà l'importo. Nel frattempo papà è morto. La Sla è stata più veloce ad uccidere. L'unica nota positiva è stata che la Asl, grazie alla sensibilità del direttore generale Vito Montanaro, non ci hanno lesinato nulla nell’assistenza, sollevandoci dalla dannosità del comportamento della commissione di invalidità e dalla lentezza devastante della giustizia».

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