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Mola, il pomodoro cresce meglio sulla posidonia

 

Lunedì 27 Ottobre 2008, 09:47

15 Maggio 2025, 20:47

di ANTONIO GALIZIA

MOLA DI BARI - I pomodorini «ciliegino», le piantine di basilico, ma anche la rucola ed altri tipi di verdure ed ortaggi tipici del Sud-Est, da oggi possono essere prodotti senza suolo, su un substrato ricavato dal compostaggio della Posidonia oceanica, una pianta acquatica, impropriamente chiamata alga, che viene spiaggiata in grandi quantità sulle nostre coste. Questo è il risultato straordinario di una ricerca sperimentata a Mola, nell'azienda «La Noria» del Cnr (Centro nazionale ricerche), presentata al II Congresso nazionale su Qualità del suolo, alimenti e salute, organizzato dal ministero per le Politiche agricole e svoltosi nei giorni scorsi a Bari. Il gruppo di ricercatori del Cnr e della facoltà di Agraria di Bari, formato dai professori Santamaria, Parente, Mininni, Cocozza, Zaccone e Miano, ha presentato i risultati «della caratterizzazione fisica e chimica - spiega Pietro Santamaria - della Posidonia spiaggiata e del compost ottenuto dalla Posidonia». L'ultima parte della relazione è stata dedicata alle performance del fertilizzante, ricavato dall'«alga» marina, quando viene utilizzato come substrato di coltivazione nella produzione in vaso di pomodoro.

La Posidonia è una delle specie marine endemiche più note e minacciate del Mediterraneo. Svolge un'importante funzione di ossigenazione dell'acqua. Però, lungo le coste del basso Adriatico, in concomitanza soprattutto della stagione estiva, periodicamente si ripresenta il problema della gestione dei residui di Posidonia spiaggiata. Che il gruppo di ricerca di Mola ha trasformato in una potenziale fonte di reddito. Questo materiale organico può essere infatti trasformato in fertilizzante per le campagne e per le coltivazioni senza terreno. Nei laboratori di ricerca dell'azienda sperimentale «La Noria», le piante di basilico, rucola, pomodorini «ciliegino» affondano le loro radici nel substrato ricavato dalla manipolazione della posidonia.

La trasformazione di questa pianta - evidenziano inoltre i ricercatori - va incontro anche al problema del suo smaltimento. È stata stimata in circa 10mila metri cubi la quantità di alghe spiaggiate sul litorale a Sud di Bari, che normalmente vengono raccolte e smaltite in discarica, con spreco di sostanza organica e aggravio dei costi di gestione dei rifiuti da parte dei comuni. Allo sviluppo di questa ricerca «made in Mola» è interessata anche la Grecia. Partner del progetto, che apre nuove ed interessanti prospettive in campo agricolo ed ambientale, sono l'«Istituto tecnologico dell'Epiro» e la Prefettura di Cefalonia.

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