Sabato 13 Dicembre 2025 | 18:48

Marinagri, oggi in Cassazione il futuro del villaggio dei vip

Marinagri, oggi in Cassazione il futuro del villaggio dei vip

 

Mercoledì 24 Settembre 2008, 09:31

02 Febbraio 2016, 19:57

di FILIPPO MELE

POLICORO - Tutta al città, e non solo, col fiato sospeso e l'attenzione rivolta a Roma. Oggi, infatti, davanti alla seconda sezione della Corte di Cassazione, si discuterà il ricorso presentato dai legali di Marinagri spa avverso alla decisione del Tribunale del riesame di Catanzaro del 19 maggio scorso. Decisione con cui era stato rigettato il ricorso degli stessi legali avverso alla decisione del giudice delle indagini preliminari che aveva convalidato, il 30 aprile, il sequestro preventivo d'urgenza deciso da Luigi De Magistris, ex pubblico ministero della procura della città calabrese, del cantiere della costruenda città portuale sullo Jonio.

Una città da 200 milioni di euro finita nelle «attenzioni» del pm già titolare della complessa indagine «Toghe lucane» sul presunto comitato di affari composto da tecnici, politici, imprenditori, magistrati, che avrebbe «gestito» negli ultimi anni la Basilicata. Sequestro effettuato il 17 aprile scorso, su disposizione dello stesso pm, dai militari della guardia di finanza di Catanzaro. Secondo l'accusa, le costruzioni edilizie del villaggio turistico erano frutto di «atti amministrativi illegittimi, comportanti gravi rischi anche sotto il profilo idrogeologico e per la salute e la sicurezza pubblica».

Di più: la spa presieduta da Enzo Vitale, per gli inquirenti, avrebbe ottenuto dal Comune di Policoro il permesso a costruire la struttura turistica prima ancora che la società ne avesse acquisito la proprietà. La procura di Catanzaro, inoltre, ha ipotizzato anche irregolarità per la concessione di finanziamenti pubblici da parte del Cipe. E non era la prima volta il 17 aprile 2008 che agli ingressi del grande cantiere alla foce del fiume Agri venivano applicati i sigilli della magistratura.

Il villaggio in fase avanzatissima di realizzazione, infatti, era stato già sequestrato il 3 marzo del 2007 su provvedimento del gip Antonio Rizzuti. Successivamente, il 20 marzo 2007, i giudici del Riesame di Catanzaro ne avevano disposto il dissequestro. E non è neanche la prima volta che Marinagri finisce in Cassazione. La prima avvenne il 22 ottobre 2007 quando la Corte respinse, questa volta, il ricorso della Procura contro l'ordinanza del Riesame che aveva annullato il primo sequestro del complesso turistico. Dopo il 19 maggio scorso, tuttavia, ci fu la mobilitazione di imprese, maestranze, organizzazioni sindacali.

Le cifre in merito diffuse dalla spa sono imponenti: 47 tra aziende appaltatrici e subappaltatrici, 500 dipendenti, 1000 lavoratori nell'indotto, 293 gli acquirenti di unità immobiliari e posti barca provenienti anche dall'estero, 200 i lavoratori già selezionati per le attività alberghiere che sarebbero state già aperte, senza il sequestro, nella estate scorsa. La mobilitazione durò qualche giorno. Poi, il silenzio sulla vicenda in attesa della decisione della Cassazione. Silenzio rotto, fragorosamente, l'8 agosto scorso dalla chiusura delle indagini di De Magistris su «Toghe lucane» con relativo avviso a trentatre indagati tra magistrati, politici regionali e locali, imprenditori, banchieri, funzionari pubblici.

Nelle cinquecento pagine redatte dal pubblico ministero di Catanzaro, il «caso Marinagri» ha un ruolo di primo piano. Tra gli indagati, molti lo sono per vicende connesse ad esso. Tra di loro, il presidente della società, Vitale. Ma, questa di «Toghe lucane», pur se fortemente collegata a quella di Policoro, è un'altra storia. Almeno da un punto di vista dell'iter giudiziario. Oggi, a Roma, davanti alla Suprema Corte, si combatte la partita del dissequestro, o meno, del cantiere di Marinagri. Poi, chi vivrà vedrà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)