di GIUSEPPE ARMENISE
BARI - Altro che riformarli: «Se fosse possibile per il legislatore regionale, i Consorzi di bonifica andrebbero soppressi per anacronismo e perchè conseguono sperperi di denaro, che i cittadini fino a oggi hanno pagato attraverso contributi regionali, esazione di tributi e con la tariffa per l’irrigazione». È l’«anatema» di Fabiano Amati, consigliere Pd, presidente della commissione regionale Bilancio a margine della seduta del consiglio regionale pugliese nella quale si è tenuto il dibattito sulla relazione della commissione consiliare d’inchiesta proprio sui Consorzi di bonifica.
I Consorzi sono di emanazione statale, non può sopprimerli una legge regionale. Cosa fare allora?
«Bisogna fare di necessità, virtù, separando la gestione irrigua dall’attività di bonifica e attribuendo l’attività irrigua ad Acquedotti di Puglia, che peraltro è una società pubblica detenuta al 100% dalla Regione».
Un’ipotesi che trova sostegno?
«In realtà no. La cosa strepitosa è che pure questa ipotesi ha grandi resistenze nel mondo politico che non riesce, in alcuni gruppi politici, a realizzare che tutti i servizi bisogna gestirli sulla base di logiche industriali e pareggio di bilancio. E qui fioccano i conservatori».
Conservatori? A chi si riferisce?
«Mi riferisco a quelli ci saremmo aspettati rivoluzionari e invece in maniera stupefacente, si è visto nel dibattito di oggi (ieri, ndr) in aula, si dimostrano tutt’altro. Per dire, i consiglieri del Movimento 5 stelle, rispetto a un noto e ampio fallimento dei Consorzi di bonifica dichiarano che siamo di fronte a gioielli e che alla fine tutto il buco di bilancio che si è creato non attiene alla responsabilità delle pessime gestioni dei singoli Consorzi, ma del mancato controllo della politica, dimenticando che questi consorzi sono obbligatori tra privati e che la Regione ha purtroppo solo l’onere di indirizzarli perchè non può sopprimerli».
Ma è proprio vero che l’ostacolo sta solo nei Cinque Stelle?
«Insieme a loro ci sono anche altri gruppi o singoli esponenti dell’opposizione che sbandierano i Consorzi come angeli di sorti magnifiche e progressive. È tutta gente che non riesce a prendere atto che nelle migliori poliche industriali si tagliano i rami secchi , si fanno economie di scala e si abbattono i centri di potere».
Ma salvare i Consorzi di bonifica, finora, non è sempre stato una priorità?
«La questione è che prima o poi qualcuno dovrà dire che la Regione Puglia è creditrice dei consorzi per 120 milioni di euro che non saranno mai restituiti. Se non riformiamo resteremo con buchi di bilancio, sperpero di denaro e riformatori sulla carta che alla prova del nove lo sguardo lo sanno rivolgere solo al ripristino del passato più cupo».