di Giovanni Rivelli
Possono partire i lavori per la realizzazione del radar meteorologico a servizio della rete di Protezione Civile nazionale sul Monte Li Foj di Picerno per la misurazione delle piogge e la difesa dalle alluvioni e dalle frane.
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato riformando la decisione di segno contrario assunta in sede cautelare dal Tar di Basilicata.
Un’ordinanza, quella di primo grado, che era stata impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministro della Difesa che avevano eccepito, per un verso, la competenza della giustizia lucana, atteso che il radar rientrava in una rete nazionale, per un altro un difetto di motivazione del provvedimento di prima istanza secondo il quale non era stato sufficientemente soddisfatto l’obbligo di «una valutazione opportuna dell’impatto di un progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione di una Zona Speciale di Conservazione» quale appunto è l’area naturalistica di Monte Li Foj.
I giudici del Consiglio di Stato hanno ritenuto insussistente la censura di competenza, spiegando che la competenza è radicata dal «criterio del luogo di produzione degli effetti del provvedimento impugnato» e «che nella specie l’impugnativa ha a oggetto l’atto di approvazione di un progetto di opera pubblica destinata a interessare un territorio circoscritto all’interno della Regione Basilicata, a nulla rilevando che si tratti di opera destinata a integrarsi in una rete nazionale (rete che, tuttavia, è incontestatamente in grado di funzionare anche in assenza del radar per cui è causa)».
Di contro, però, il Consiglio di Stato ha però osservato che, a un primo esame, non può parlarsi «né di carenza né di incongruità delle valutazioni sull’incidenza ambientale del progetto, tenuto conto: che la Provincia di Potenza, soggetto designato dalla Regione Basilicata quale autorità competente alla valutazione di incidenza, ha espresso il suo avviso nell’ambito della Conferenza di servizi, esprimendosi nel senso che l’impatto dell’opera sarà circoscritto all’area di cantiere e limitato al periodo di durata dei lavori; che tale conclusione risulta convergente con quella espressa anche dall’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata nell’ambito del medesimo procedimento».
L’impatto, insomma, parrebbe sufficientemente valutato. Ma, al momento, si tratta di soli giudizi cautelari (per decidere sulla sospensiva) mentre il Tribunale amministrativo regionale lucano entrerà nel merito della questione con l’udienza del prossimo 7 di dicembre.