Domenica 07 Settembre 2025 | 08:12

I pm: «Studieremo ogni pietra»
Prima notte senza scosse

 
Nicola PEPE

Reporter:

Nicola PEPE

I pm: «Studieremo ogni pietra»Prima notte senza scosse

Domenica 28 Agosto 2016, 10:08

22:31

«Stiamo acquisendo ogni elemento utile per arrivare all’accertamento della verità. Il nostro ordinamento prevede il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale e a questo il principio ispiratore noi ci atterremo, sia sul fronte delle ipotesi di reato - per ora resta quella di disastro colposo - sia per la parte investigativa. In questa prima fase c'è da superare l’emergenza legata alle vittime, di cui si stanno occupando anche gli uomini della polizia giudiziaria. Poi passeremo all’accerteremo di tutte le responsabilità e di eventuali reati da perseguire». Così il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, in un’intervista alla Stampa.
Da mercoledì, dopo i funerali, il lavoro della procura entrerà nel vivo. «Partiremo con gli edifici pubblici: la scuola, il convento, la caserma dei carabinieri, il teatro, l'ospedale. Daremo precedenza, comunque, a quelle strutture che potrebbero aver causato, perché magari realizzate non secondo le normative vigenti, delle vittime», spiega Saieva. Sarà un’ inchiesta lunga, anche se confidiamo di procedere speditamente. Bisogna essere celeri senza però lasciare indietro nulla». Nelle prossime ore, aggiunge, «darò il via libera alla rimozione delle macerie», fase in cui saranno fotografati e registrati tutti i materiali, quindi catalogati, datati per luogo e provenienza dell’immobile. Calcinacci, pietre, ferro, tutto - assicura - sarà passato al setaccio.

Notte sostanzialmente tranquilla, la prima senza scosse importanti, per i circa 2.500 sfollati del terremoto in Italia centrale, all’indomani della giornata del lutto e dei funerali solenni delle vittime marchigiane ad Ascoli Piceno. Il conto dei morti complessivo è intanto fermo a 290 (rettificato dalla Protezione civile il dato dei 291), con il decesso di un ferito in ospedale.
Ad Amatrice, nel Reatino, città simbolo del sisma con oltre 200 morti, restano ancora 14 persone da identificare, per cinque delle quali sarà necessario l’esame del Dna. Nella cittadina si scava ancora, ormai più per recuperare eventuali corpi sotto le macerie che nella speranza di trovare qualcuno ancora vivo.

Ieri ai funerali ad Ascoli hanno assistito il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il capo dello Stato Sergio Mattarella, il quale ha anche visitato Amatrice e Accumoli, epicentro del sisma. «Non vi lasceremo soli», ha detto il presidente della Repubblica agli sfollati nella tendopoli della cittadina reatina e ai parenti delle vittime nelle Marche. Mattarella ad Ascoli ha regalato una bambola a Giorgia, che in ospedale ha compiuto 4 anni.

«Diteci cosa è meglio per voi, non possiamo decidere tutto da Roma», ha dichiarato Renzi. «E' necessario prevenire per fare in modo che cose del genere non si ripetano più», ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, anch’egli in visita alle tendopoli, a proposito delle negligenze nella costruzione degli edifici pubblici.

Oggi ad Amatrice e Accumoli arriverà la presidente della Camera Laura Boldrini. Il vescovo di Ascoli Piceno don Giovanni d’Ercole celebrerà la messa domenicale nella tendopoli di Pescara del Tronto, nelle Marche. «Ho chiesto 'Dio, ora che si fa?», ha raccontato il vescovo durante l’omelia di ieri alle esequie solenni.

NUOVE SCOSSE E CROLLI - Nuove scosse di terremoto - magnitudo 4.4 e 3.7 le due più forti - hanno scosso l’area del 'craterè colpita dal sisma e prodotto nuovi crolli. Anche nella scuola di Amatrice, uno degli edifici su cui, di certo, dalle prossime ore, si concentrerà l’attenzione degli inquirenti, chiamati ad accertare eventuali responsabilità nella gestione degli appalti e nei lavori di ristrutturazione del 2012. La politica è chiamata invece a guardare in avanti, proiettandosi fin d’ora sulla ricostruzione. Anche per questo, a sorpresa, il premier Renzi è volato a Genova dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano, che sul Corriere della Sera ha proposto il suo modello di "cantieri leggeri» per non sradicare la gente dai luoghi in cui è nata e vissuta.

Dopo la fase della primissima emergenza e del «soccorso d’urgenza, che comunque continuerà», nelle zone terremotate si passa ora «a una fase più assistenziale», ha spiegato oggi Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile. Il numero delle vittime è attestato a 290, dopo che il precedente dato di 291 è stato rivisto sulla base delle comunicazioni della Prefettura di Rieti. Quanto ai dispersi, la cifra di 10 riferita dal sindaco di Amatrice, Pirozzi, è giudicata «attendibile».

La situazione resta, ovviamente, molto difficile. L’onda sismica, che dalla notte del 24 agosto ha fatto registrare oltre 2.000 repliche, non si ferma e in montagna c'è rischio smottamenti, al punto che il Soccorso alpino ha sconsigliato escursioni sui monti Sibillini, catena incastonata tra Marche, Umbria e Lazio. Il maltempo previsto da martedì potrebbe peggiorare il quadro.
Nelle tendopoli di Pescara e Arquata del Tronto è tornato il vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, che ieri aveva celebrato i funerali di 35 vittime, per la messa domenicale e per portare conforto. Anche papa Francesco potrebbe andare presto in visita: "Appena possibile anch’io spero di venire a trovarvi», ha detto lui stesso all’Angelus, ricordando l’importanza della "solidarietà per superare prove così dolorose».

A testimoniare la vicinanza delle istituzioni è stata oggi Laura Boldrini, presidente della Camera, che si è recata ad Amatrice e ha voluto prendere un impegno: «I corpi dello Stato sono qui a fare quadrato», ha detto, ma la fiducia della gente «non è in bianco" e le promesse fatte vanno mantenute. Ecco perché «la politica deve rimanere unita, come ha fatto in questi giorni». Boldrini ha anche sottolineato i prossimi passaggi tecnico-legislativi, con un decreto del governo, per fissare gli interventi, che poi passerà alle Camere e con la legge di stabilità. Per la gestione della ricostruzione si profila l’ipotesi di un incarico di commissario affidato a Vasco Errani, che quand’era governatore dell’Emilia Romagna gestì bene il dopo-sisma nel 2012 nella sua regione.

Mercoledì ad Amatrice arriverà il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini per una riunione con gli operatori della scuola: al centro la riapertura dell’anno scolastico e l'obiettivo di garantire un avvio regolare. 

IL GOVERNO PUNTA A FARE PRESTO - Via dalle tende, prima possibile e non oltre un mese. Con un passaggio in hotel e residence nella zona per poter realizzare, in 3-4 mesi, le casette di legno in attesa che borghi e paesi vengano ricostruiti. E’ l’input che Matteo Renzi, a quattro giorni dalla scossa delle 3.36, ha dato agli uomini della Protezione Civile come primo atto del piano del governo per dare una sistemazione adeguata agli sfollati e passare poi alla ricostruzione, a capo della quale il premier metterà a breve come commissario l’ex governatore dell’Emilia Vasco Errani. E per essere fatta nel migliore dei modi il governo chiama a raccolta le energie migliori del paese, come dimostra il 'consultò avuto oggi a Genova con l’archistar Renzo Piano.

I tecnici della Protezione Civile stanno già mettendo a punto il piano delle costruzioni in legno, stile Onna. Il primo passo, quello più immediato, sarà dunque togliere gli sfollati dalle tende, perché tutti sanno che entro un mese, da queste parti, arriveranno il freddo, la pioggia e, più avanti, anche la neve. Non è pensabile dunque lasciare chi ha perso amici, familiari e l'intera vita, in una tenda. Al massimo entro qualche settimana bisognerà quindi decidere se far arrivare i container nei paesi colpiti o trasferire la gente negli hotel e nei residence della zona. «La scelta va lasciata alla gente», si è premurato di dire Renzi parlando con i sindaci delle zone colpite e con i governatori. E lo ribadirà martedì quando sarà ad Amatrice per i funerali delle vittime, cogliendo l’occasione per una nuova riunione operativa.

Nel frattempo verranno realizzati i Musp, i moduli di utilizzo provvisorio scolastico, che devono necessariamente essere pronti per l’inizio dell’anno scolastico. «Mercoledì incontrerò il ministro - ha confermato il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi - e dovremmo affrontare proprio questa situazione, in modo da garantire ai ragazzi di tornarne a scuola».

Ma per quanto tempo la gente dovrà stare nei container o negli alberghi? Non meno di tre mesi, forse quattro. E’ questo il tempo minimo che ci vuole per realizzare i Map, i moduli abitativi provvisori, vale a dire le casette in legno che sono state già utilizzate, ad esempio, ad Onna e negli altri paesi dell’aquilano dopo il terremoto del 6 aprile 2009. Quella delle casette è infatti la migliore soluzione possibile di fronte all’unica richiesta forte arrivata dai sindaci di tutti i comuni colpiti: non lasciare i paesi in attesa della ricostruzione. E lo stesso consiglio è arrivato oggi da Renzo Piano, che già collabora con il governo per un piano di «rammendo» delle periferie urbane: «L'anima dei luoghi non si può cancellare. Chi ha subito un trauma terribile deve poter tornare a vivere dove è sempre stato. Né container, né tendopoli» ma «si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive».

Entro dicembre, gennaio al massimo, le casette dovrebbero essere pronte. Anche perché il Dipartimento ha un vantaggio: la gara per la scelta delle imprese che dovranno realizzarli è già stata fatta e conclusa. E i soldi, 1,2 miliardi complessivi, sono già stati stanziati. Franco Gabrielli, quando era capo del Dipartimento, fece infatti una serie di gare Consip preventive, per non trovarsi impreparato in caso d’emergenza. E una di queste gare riguardava proprio la fornitura di «soluzioni abitative d’emergenza».

Ad aggiudicarsela sono state tre società: al primo posto «Rit Cns - Cogeco 7», con una capacità produttiva di 850 moduli e un’offerta di 1.075 euro a metro quadro, seguita da «Arcale Legno» (780) e «Modulcasa line - Ames Navsistem» (225). I moduli saranno da 40, 60 e 80 metri quadri, rispettivamente per nuclei familiari di 2, 3/4 e 5/6 persone. I tecnici del Dipartimento hanno stimato che, solo per Amatrice, ne serviranno circa 600, per complessivi 1.800 assistiti. Ai quali vanno aggiunti quelli che dovranno essere realizzati nelle decine di aziende agricole nell’area del cratere.

Dopo la stima dei danni, la bonifica e la messa in sicurezza degli edifici parzialmente danneggiati, il governo passerà alla fase due: quella della ricostruzione. Renzi spera di poter avere un piano preciso di interventi e costi necessari in vista della legge di stabilità che il governo approverà entro il 15 ottobre per dare il via alle gare, il prima possibile. Ed è qui che il presidente dell’Anac Raffaele Cantone entrerà in gioco, al fianco di Errani, per vigilare sulla trasparenza degli appalti. Impresa a parte quella delle risorse. «Ci saranno i soldi che serviranno», assicura il sottosegretario Claudio De Vincenti. Ma davanti a «circostanze eccezionali», come il sisma, il governo è pronto a sostenere le sue ragioni davanti alla commissione Ue per chiedere lo scomputo degli investimenti per la ricostruzione fuori dal patto di stabilità. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)