Oltre duecento docenti hanno manifestato quest’oggi a Bari davanti la sede del Consiglio Regionale, per protestare contro l’assunzione in ruolo in sedi lontane da casa.
Sono circa 1800 gli interessati in Puglia, tra scuola primaria e secondaria di primo grado e, secondo fonti dei sindacati della Scuola di Cgil, Cisl, Uil e Snals - potrebbero salire a 2500 contando anche i docenti della media superiore. Gli insegnanti lamentano anomalie nell’algoritmo utilizzato dal Ministero, errori di calcolo, con docenti - hanno spiegato i manifestanti - che con un alto punteggio vanno fuori regione e altri con punteggio inferiore, vi restano. «È inutile che il Ministro Giannini continui a dire che tutto va bene perché è falso e vi sono - ha sottolineato Domenico Pantaleo, segretario nazionale della Flc Cgil - evidenti errori nelle procedure di mobilità e bisogna rivedere tutto. La conciliazione proposta dal Ministero non risolve il problema. Il meccanismo crea disuguaglianze e provoca un esodo dal Sud al Nord. Al sud restano posti vacanti e al Nord avremo comunque posti dati a supplenza».
«Alcune procedure non sono trasparenti - ha aggiunto Pantaleo - e bisogna anche bloccare il meccanismo infernale della chiamata diretta che i dirigenti scolastici stanno avviando con ulteriori complicazioni». Una delegazione di rappresentanti sindacali e del movimento dei 'nastrini rossì ha incontrato Sebastiano Leo, Assessore regionale alla Scuola e Formazione professionale, e Alfonso Pisicchio presidente della Commissione Consiliare pugliese al Lavoro e Formazione.
Protestano contro un «esodo vergognoso» che sta «depauperando il Mezzogiorno», colpa di una legge, la 107 del 2015, definita «incostituzionale» e di un "algoritmo» che ha «sparpagliato gli insegnanti del Sud dal Tevere al Tagliamento, senza tener conto delle situazioni personali e familiari, e dei tanti anni passati nella scuola": Potenza è una delle città italiane in cui, stamani, è andata in scena la protesta dei docenti e del comitato «8.000 esiliati fase b» delle Gae (le graduatorie a esaurimento).
Manifestazioni anche a Potenza. Un centinaio di insegnati si sono radunati davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, a Potenza, per chiedere aiuto alle istituzioni: sono circa 680 i docenti inseriti nelle Gae che, da settembre, inizieranno l’anno scolastico «a migliaia di chilometri da casa - hanno spiegato - per colpa di una legge e di un algoritmo che stanno devastando le famiglie: non chiediamo una tutela speciale, ma almeno la possibilità di cercare una soluzione, anche in Basilicata, come è stato fatto in Puglia, con la Regione che ha messo a disposizione posti per il sostegno».
«Vergogna, vergogna, non voglio andare via con i posti a casa mia», hanno urlato i manifestanti davanti alla sede dell’Usr, e la rappresentante del comitato, Filomena Pinca, ha anche annunciato «il sostegno di un costituzionalista che dimostrerà l'incostituzionalità della legge 107» e un possibile incontro nella sede del Miur con i presidenti delle Regioni del Sud, "sperando - ha aggiunto - che si possa trovare un modo per salvaguardare il diritto al lavoro e l’insegnamento, evitando quindi l’esodo e lo spopolamento ulteriore del Mezzogiorno».
«Esodo» docenti al Nord

Lunedì 08 Agosto 2016, 13:01
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