ANDRIA - Cala il lutto su Andria e Corato e ora hanno un nome tutte le 23 vittime del disastro ferroviario che ha squarciato la quiete di una bellissima mattina di luglio e il canto forte delle cicale, in un pezzo di Puglia fatto di terra bruna, ulivi secolari, cielo azzurro e sole. Sabato i funerali per dare la pace alle povere vittime di questa tragedia, subito le indagini per fare giustizia e trovare le colpe di un tale disastro, insieme alle responsabilità di chi aveva ottenuto i fondi per il raddoppio di quel maledetto binario unico da anni, ma non li ha mai usati. Nel frattempo domani pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si recherà alla camera ardente presso il Policlinico di Bari per rendere omaggio alle vittime della sciagura.
Tutta la zona dove il treno giallo che arrivava da Corato si è accartocciato su quello bianco partito da Andria è sotto sequestro. Per ore ed ore Vigili del Fuoco, Protezione civile, volontari, militari, unità cinofile hanno lavorato oggi per strappare da quell'inferno di lamiere e vetro le due scatole nere, i poveri resti delle vittime, molte giovanissime, e i loro sogni: l’estate imminente, i matrimoni, gli esami finiti, le vacanze.
Tra i sassi e i binari divelti, le Istituzioni sono oggi qui uomini e donne in carne ed ossa decisi a condividere tutto, stretti alle famiglie delle vittime e dei feriti in un unico vero dolore. Dal governatore Michele Emiliano, che promette «non ci accontenteremo di verità di facciata «davanti alle salme e ai parenti straziati, ai sindaci di Andria e Corato, Nicola Giorgino e Massimo Mazzilli, arrivati fin dal mattino presto per seguire le operazioni di soccorso sotto il sole torrido, la polvere e la temperatura a 40 gradi.
I due convogli devastati dallo scontro, sono stati rimossi dai binari trainandoli indietro e sollevandoli con la gru: cura e pazienza, per non danneggiare i resti che la Polizia si affrettava a repertare o che venivano portati via in sacche verdi e in bare di zinco. «Volevamo portare qui un carro funebre delle nostre ferrovie ma sarebbe stato inutile: del macchinista non ci sono che pezzi...», si disperava un operatore della Ferrotramviaria quando gli elicotteri dell’elisoccorso ormai da ore non si alzavano più in volo. Ci vorranno mesi per ripristinare i collegamenti e riallacciare i fili elettrici, anche se nel pomeriggio fino all’ultimo vagone era stato sgombrato, con il suo corredo triste di vetri rotti, sedili strappati, scarpe da ginnastica spaiate ed effetti personali impolverati. E per una volta gli Ultras di Andria e Trani, nemici giurati, insieme erano venuti a portare ghiaccio e centinaia di bottigliette d’acqua, unico sollievo nell’arsura.
La reazione della Puglia è stata forte e fiera. Negli ospedali medici ed infermieri sono rimasti al loro posto senza rispettare i turni e si è dovuto mandare indietro i donatori di sangue. Bandiere a mezz'asta anche in Consiglio Regionale, dove ad inizio di seduta il Presidente Mario Loizzo ha espresso il cordoglio delle istituzioni: «oggi è il tempo del cordoglio e della commozione e della solidarietà. La più grande tragedia ferroviaria in Puglia ed in Italia, un momento che non avremmo mai voluto vivere...». Lutto cittadino anche ad Andria e Corato e manifestazioni pubbliche sospese, in attesa di raccogliersi nel dolore per le esequie di sabato.(dell’inviato Marilena Anna Di Mauro, ANSA)