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Turismo, paura e controlli
dopo l'allarme clan in Slaento

 
Tiziana Colluto

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Tiziana Colluto

Turismo, l'ombra della camorrasul turismo nel Salento

Dopo le dichiarazioni del prefetto su presunte infiltrazione nell'economia turistica

Sabato 09 Luglio 2016, 13:23

15:18

Tace la politica: regna il silenzio dopo l’allarme lanciato dal prefetto di Lecce, Claudio Palomba, sull’interessamento della Camorra all’economia delle vacanze salentina. Incalzato, l’unico a dare un lapidario commento è il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva: «È un allarme che ci preoccupa e rispetto al quale drizzeremo al massimo le antenne. È chiaro che il nostro è territorio ricco e può attrarre appetiti. Noi vigileremo per l’attuazione del patto per la sicurezza, perché sulla legalità giochiamo una partita importante».
Poi, nulla. C’è solo una parte del mondo imprenditoriale ad alzare il muro. Eppure, il prefetto è stato chiaro: «Non penso sia totalmente da escludere il fatto che ci siano realtà altre. Abbiamo la sensazione di una presenza di clan campani su alcune zone del territorio. Per questo stiamo serrando le fila, per controllare quelle che possono essere le attrazioni nel settore immobiliare e turistico da parte di alcune organizzazioni o comunque possibili forme di riciclaggio». Le infiltrazioni mafiose camorristiche nel Leccese sembrano fare il paio con quelle della ‘Ndrangheta a Taranto, piazza di spaccio e di traffici importanti, come confermato dalla presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, tre mesi fa proprio a Lecce. Qui, potrebbero essere state in parte favorite dalla decapitazione dei clan locali travolti dalle inchieste Baia Verde, Tam Tam, Coltura. Ma l’impressione degli addetti ai lavori è che la Camorra non abbia affatto puntato solo ai servizi di guardiania e parcheggio, bensì a farsi impresa in prima persona, acquisendo fette significative di strutture ricettive e di intrattenimento.
È un timore che trova conferma anche nelle parole del presidente di Federalberghi Lecce, Mimmo De Santis: «Il prefetto Palomba conosce quali possono essere le misure cautelari da mettere in atto. Parlerei di perizie di stima sulle cessioni delle attività imprenditoriali, sulle stesse partecipazioni. Inviterei anche le banche ad essere più vicine agli imprenditori, perché se qualcuno cede qualche quota è perché ha bisogno di flussi finanziari freschi per poter affrontare anche quello che il mercato ha portato in questi anni. Inviterei tutti alla verifica delle capacità finanziarie dei soggetti interessati alle acquisizioni. I controlli antimafia ben vengano, ma bisogna trovare rimedi anche in tal senso».
I controlli riguarderanno innanzitutto Gallipoli, ma l’intenzione è estendere l’accordo per la sicurezza integrata anche al resto della provincia di Lecce. Il primo monitoraggio relativo a strutture ricettive ed esercizi commerciali sarà avviato la prossima settimana e servirà a incrociare e scandagliare gli assetti societari delle realtà che hanno in mano il settore.
«È un intervento che faremo con il Suap (Sportello unico attività produttive) - ha spiegato Palomba - per capire se ci sono forme di infiltrazione o riciclaggio di denaro sporco. In questo modo potrebbero venire a galla eventuali cambi di gestione o anomalie nei passaggi di proprietà». Poi, c’è il capitolo estorsioni: «L’invito è a denunciare e ad opporsi a qualsiasi forma di criminalità», dice Maurizio Pasca, presidente nazionale del Silb. Perché c’è anche questo di rilevante e non riguarda solo il mondo economico. Saranno rafforzati i controlli sulle amministrazioni locali, Parabita in primis, Comune sul quale è imminente una decisione della Prefettura.

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