ROMA - Per 12 anni è stato sconvolto dai test atomici, con ben 23 bombe esplose dal 1946 al 1958, una delle quali ha generato nel 1954 un gigantesco cratere. Ma oggi l'atollo di Bikini ha cambiato volto e, grazie a 50 anni di pace incontaminata, quella che sta esplodendo adesso è la biodiversità. Se ne è accorto il gruppo di ricerca internazionale che ha appena descritto il ritorno alla vita dell'atollo nella rivista Elsevier's Marine Pollution Bulletin.
I coralli sono tornati a crescere rigogliosi, tanto che in alcuni casi sono alti fino a otto metri, quasi degli alberi, raccontano i ricercatori. Lo studio è stato coordinato dal Centro di eccellenza australiano Arc per lo studio delle barriere coralline. L'Italia ha partecipato alle ricerche insieme a Australia, Germania, Hawaii e isole Marshall.
L'attenzione dei ricercatori si è concentrata sul cratere Bravo, al diametro di due chilometri e profondo 73 metri, lasciato nel 1954 dall'esplosione di un'atomica americana da 50 megatoni, ossia mille volte più potente della bomba di Hiroshima. Spazzò via tre isole e face letteralmente ribollire l'acqua. «Quando mi sono immersa non sapevo che cosa aspettarmi, forse un paesaggio quasi lunare», racconta Zoe Richards, del Centro Arc e dell'università James Cook», che ha esplorato il cratere con gli altri ricercatori del gruppo. «Invece è stato incredibile: si sono sviluppate strutture coralline alte fino a otto metri. In altre zone della laguna ci sono esplosioni ugualmente rigogliose di coralli. È affascinante. Non avevo mai visto coralli alti come alberi».
E' vero, però, che almeno 28 specie di corallo sono ormai perdute a causa delle esplosioni, sulle 42 che oggi mancano all'appello e che esistevano ancora prima dell'avvio dei test atomici. Le specie che hanno ripopolato l'atollo sono riuscite a farlo grazie alla perfetta tranquillità della quale ha goduto l'atollo di Bikini negli ultimi 50 anni. Gli ultimi test risalgono infatti al 1958 e da allora non c'è più stata alcuna interferenza. Per la ricercatrice non ci sono dubbi che «le condizioni di buona salute di cui godono oggi i coralli dell'atollo di Bikini sono una prova della loro resistenza e della loro capacità di reagire anche a gravissimi traumi». Zoe Richards osserva ironicamente che, grazie alle bombe, l'atollo di Bikini rappresenta un laboratorio senza prezzo, capace di mostrare come, in assenza di stress, alcune specie di corallo hanno la capacità di risollevarsi da sconvolgimenti profondi.
Una lezione, quella dell'atollo di Bikini, che adesso potrebbe rivelarsi utile anche per studiare e salvaguardare altre barriere coralline minacciate.

Martedì 15 Aprile 2008, 00:00
05 Dicembre 2024, 18:47