Giuseppe Armenise
Piano di riordino della rete ospedaliera della Puglia: dopo tante voci e indiscrezioni, oggi il giorno delle decisioni. La giunta regionale approverà la delibera da portare all’attenzione del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Un piano «in divenire», secondo quanto dichiarato dal presidente della Regione, Michele Emiliano nel corso della presentazione pubblica delle slide con i criteri attraverso i quali si è arrivati a definire la nuova mappa dei presidi della salute nella regione Puglia. Un piano che è «un onere di legge», ha spiegato lo stesso Emiliano, che comunque potrà essere integrato dal Consiglio regionale, secondo quanto affermato dal governatore, con «le sue riflessioni».
Un piano in divenire, quello del riordino ospedaliero pugliese, che dovrà peraltro superare l’esame del governo nazionale in base alla legislazione vigente. Il taglio dei nove ospedali, determinato dalla verifica del mancato rispetto degli standard previsti, potrebbe infatti non essere giudicato sufficiente. Bisogna stare in una forbice economica, infatti, ad invarianza del numero di posti letto, ma rispettando rigidi criteri quanto al pagamento e al reclutamento del personale. Una situazione legata da un lato agli sprechi, ma condizionata non poco dal riparto dei fondi a livello nazionale. A tale proposito, nell’incontro con Emiliano, i sindacati che hanno voluto partecipare all’iniziativa hanno chiarito che esiste anche sulla Sanità una sorta di questione meridionale da affrontare.
«È del tutto evidente - ha spiegato il segretario generale della Fials Cofsal, Massimo Mincuzzi - che la realtà dei fatti ci consegna un dato della spesa sanitaria pugliese che nel 2014 è stata di 7,1 miliardi di euro, mentre a parità di popolazione la Regione Emilia Romagna ne ha potuti spendere ben 8,7 . Caso a parte è quello del personale, altrettanto allarmante, atteso che il blocco del turnover determinato dal Piano di Rientro 2011/2013, ha determinato per il servizio sanitario regionale la perdita di circa 3.500 addetti. Ed infatti già nel 2012 la Puglia registrava un numero di unità di personale sanitario pari a 89,6 addetti ogni 10mila abitanti, mentre la Regione Emilia Romagna, molto simile alla puglia per numero di abitanti, registrava un dato pari a 133,5 addetti ogni 10mila abitanti. Riteniamo pertanto che sia necessario - ha ammonito Mincuzzi nel suo intervento - uno specifico approfondimento di merito sulla proposta di piano di riordino della rete ospedaliera della Puglia che dovrebbe essere licenziato nella Giunta Regionale di lunedì (oggi, ndr)».
Altro tasto quello della specificità del servizio sanitario. Alcuni hanno contestato la struttura del piano di riordino per l’approccio ragionieristico che privilegia le cifre alle persone. Molti sindaci e medici hanno ricordato nell’incontro con Emiliano cheal centro della sanità non ci sono i medici ma le persone e la loro domanda di cura e di salute. «Ci saremmo aspettati - dice a tale proposito Mincuzzi - che il piano fosse stato preceduto da un’analisi completa dei dati relativi ai fabbisogni di domanda di salute dei cittadini pugliesi, evidenziati per singola provincia. Così come ci saremmo aspettati di conoscere gli elementi relativi alla produzione di prestazioni sanitarie del servizio sanitario regionale».
Di fronte a queste e alle altre innumerevoli richieste e proposte venute fuori dall’incontro di sabato, spazio oggi all’uffcialità dei provvedimenti, solo leggendo i quali si capirà quale sia la volontà e la capacità di fare sintesi tra le diverse esigenze manifestate dai diversi potratori di interessi.