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È stato richiuso il muro fra Egitto e Striscia di Gaza

 
È stato richiuso il muro fra Egitto e Striscia di Gaza

Domenica 03 Febbraio 2008, 19:16

29 Novembre 2024, 17:10

TEL AVIV - Con l'assenso di Hamas, le forze di sicurezza egiziane sono tornate a richiudere oggi il proprio confine con la Striscia di Gaza, restituendo un milione e mezzo di palestinesi al loro isolamento.
L'ultima breccia nel muro di Rafah è stata sigillata di primo mattino, con blocchi di cemento e filo spinato, lasciando appena uno spazio di un metro presidiato da un cordone di agenti egiziani ma che servirà solo come porta di rientro per i circa 10.000 palestinesi che si trovano ancora in territorio egiziano, e per le poche centinaia di egiziani che si sono invece attardati all'interno della Striscia.
Gli agenti della polizia di Hamas hanno partecipato alle operazioni di chiusura del confine, bloccando la folla e pestando davanti a tutti tre palestinesi che stavano tentando di saltare nuovamente la barriera. «Per ora noi abbiamo rispettato gli accordi con gli egiziani, poi si vedrà» dice un dirigente di Hamas, che ricorda che sono ancora in corso i negoziati per la riapertura e la gestione del valico ufficiale di Rafah.
Il movimento integralista islamico ha più volte ribadito di non essere disposto a richiudere Gaza nel suo isolamento. Qualora il valico ufficiale non fosse riaperto alle condizioni poste da Hamas (cioè senza potere di interdizione da parte di Israele), i miliziani sembrano pronti a demolire di nuovo la barriera, anche se l'Egitto ha detto che questo «non dovrà accadere mai più». Ahmed Yousef, portavoce di Hamas, ha precisato che la Striscia «intende avviare scambi commerciali con l'Egitto così da sfuggire alla morsa economica imposta da Israele», ma certamente senza rinunciare alla propria contiguità territoriale con la Cisgiordania. Posizione, almeno questa, condivisa anche dal premier palestinese Salam Fayyad.
Il capo dello Shin Bet, il servizio segreto israeliano che si occupa di sicurezza interna, è ormai convinto che il confine fra Egitto e Striscia di Gaza sia destinato a rimanere aperto, e perciò chiede che vengano adottate urgenti contromisure: «Le armi che prima venivano contrabbandate attraverso i tunnel - ha dichiarato Yuval Diskin intervenendo oggi alla riunione del Consiglio dei ministri - ora potranno essere agevolmente trasportate via terra». Secondo Diskin in queste due settimane di anarchia sul confine, «sono già entrati a Gaza armamenti sofisticati» di cui Hamas evidentemente prima non poteva disporre a causa dell'embargo.
Il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha denunciato da parte sua la necessità di costruire immediatamente una barriera che chiuda il confine tra Israele e l'Egitto. L'obiettivo è quello di impedire che attentatori palestinesi possano infiltrarsi in territorio israeliano attraverso la porosa frontiera con il deserto del Sinai.
Barak ha lanciato la sua proposta subito dopo aver sciolto le riserve, e annunciato pubblicamente di voler restare nel governo di Ehud Olmert malgrado il grave rapporto della commissione Winograd sulla guerra in Libano. «Ho deciso di restare al mio posto - ha detto il leader laburista - poiché vedo le sfide che si stagliano di fronte a noi: Gaza, il Libano, gli Hezbollah, la ricostruzione delle forze armate e della classe politica». Una decisione che fa uscire così completamente indenne il premier Olmert da quella che si preannunciava come la «tempesta Winograd».
«I politici non hanno compreso la gravità delle denunce contenute nel rapporto» dicono alcuni membri della commissione Winograd citati dalla stampa israeliana. Altri analisti fanno tuttavia rilevare il contrasto fra l'asprezza nei toni usati dai membri della commissione nel rapporto preliminare (presentato il 30 aprile dello scorso anno), e la prudenza di quelli contenuti nel rapporto conclusivo. «Il rapporto preliminare - scrive Ben Kaspin sul quotidiano "Maariv" - aveva trasformato Olmert in un criminale nazionale, un condannato a morte che attendeva solo il silenzio della sua fossa. Poi nel rapporto finale è apparso evidente che la fossa non c'era più, e che il condannato a morte ormai era sfuggito».

Carlo Bollino

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