"Giudicare il prossimo – ha detto – è un impegno gravoso, da svolgere con modestia, sobrietà ed equilibrio, perchè dietro ogni vicenda giudiziaria c'è l’uomo con le sue debolezze. I magistrati – ha continuato Savino – siano sponde forti della legalità allo scorrere veloce dello sviluppo sociale ed economico, che devono contribuire ad assicurare facendo rispettare le regole". Savino ha ricordato le criticità del territorio barese, fra "edilizia giudiziaria inadeguata, carenza di mezzi e risorse e mancato adeguamento degli organici" e, nonostante questo, "la produttività dei magistrati baresi è al di sopra della media nazionale". Ha poi accennato ai disagi legati alla riforma sulla nuova geografia giudiziaria imposta dal Ministero con la soppressione delle sezioni distaccate, parlando di "mancanze della politica".
Savino ha infine sottolineato la "piena collaborazione con gli avvocati" e i "rapporti con la stampa basati su lealtà e apertura". "Dal primo gennaio – ha concluso – continuerò ad essere cittadino attivo sul piano sociale e culturale per l'affermazione degli stessi principi che hanno ispirato la mia vita professionale di magistrato".
Savino nel corso della cerimonia in occasione del suo pensionamento ha riferito di aver denunciato per omissioni di atti d’ufficio ill ministro della Giustizia, il capo di gabinetto e il capo dipartimento del Ministero, denuncia penale presentata alcuni mesi fa.
Oggetto della denuncia è la mancata nomina da parte del Ministero del dirigente amministrativo del Tribunale di Bari, posto vacante da quasi tre anni. Da febbraio 2013, infatti, il presidente Savino ha atteso e sollecitato la nomina di un dirigente, che è arrivata soltanto nelle ultime settimane dopo numerose diffide ad adempiere e infine la denuncia penale (presentata a Bari, nelle mani del procuratore Giuseppe Volpe nella scorsa primavera e trasmessa per competenza a Roma). In questi anni, infatti, "il Ministero – ha spiegato Savino – si è preoccupato di nominare dirigenti di uffici vacanti da molto meno tempo del nostro". Alla denuncia il presidente ha allegato provvedimenti di assegnazione che dimostrerebbero le omissioni rispetto alla situazione barese. Per quasi tre anni, quindi, Savino ha svolto non soltanto le funzioni di presidente del Tribunale, continuando a fare anche il giudice, ma pure quelle di responsabile amministrativo dell’ufficio.
Nei prossimi giorni quel posto, vacante dal febbraio 2013, sarà preso dall’attuale dirigente amministrativo della Procura di Bari, che quindi resterà a sua volta scoperta fino a nuova nomina.
Il presidente Savino lascerà l’ufficio il 31 dicembre. La corsa alla sua successione è iniziata da tempo. Fra coloro che aspirano a coprire posto di presidente del Tribunale di Bari ci sono, tra gli altri, Domenico De Facendis, attuale presidente del Tribunale di Foggia, Riccardo Greco del Tribunale per i Minori di Bari, Giovanni Mattencini, presidente della Corte di Assise di Bari e Francesca La Malfa, presidente della sezione Riesame e misure di prevenzione del Tribunale di Bari.
















