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Occhi elettronici sui laghi di Monticchio

Occhi elettronici sui laghi di Monticchio

 
Occhi elettronici sui laghi di Monticchio

Giovedì 03 Dicembre 2015, 12:13

03 Febbraio 2016, 08:02

POTENZA - Occhi elettronici per monitorare lo stato di salute delle acque dei laghi di Monticchio. L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e Marche, ha realizzato uno studio nell'ambito di un progetto del Fondo Europeo della Pesca finanziato dalla Regione Basilicata, presentato nei giorni scorsi a Monticchio, dal quale è emerso che le acque dei laghi vulcanici di Monticchio sono di buona qualità dal punto di vista chimico-fisico, ma alcuni habitat sono a rischio. In particolare nel Lago Grande sono a rischio le comunità delle piante acquatiche, delle piante ripariali e della foresta lacustre, con il livello delle acque che negli ultimi anni si è innalzato di oltre un metro, a causa di una ostruzione che impedisce lo sversamento nel canale che collega il bacino naturale all’Ofanto. Il direttore dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e Marche, Giovanni Filippini, ha curato le indagini chimico-fisiche sulle acque. Mentre il Lago Piccolo presenta acque salubri sotto tutti gli aspetti, il Lago Grande continua ad essere ipertrofico. Domenica Mirauda, di EES, ha curato i rilevamenti morfometrici, batimetrici e le ispezioni termografiche con l'utilizzo di droni che hanno consentito l’intera mappatura del bacino idrografico.

«Il monitoraggio può dare risultati utili per la tutela della risorsa idrica solo se effettuato costantemente. Oggi è stato fatto il punto zero, necessario per indirizzare le scelte future». Una opportunità potrebbe essere l'inserimento di Monticchio Laghi in un Contratto di Lago. Renato Spicciarelli, che ha curato lo studio degli aspetti biologici ed ecologici, ha evidenziato che «dagli anni ’90 la situazione è migliorata, ma non mancano i problemi legati soprattutto all’innalzamento dell’acqua, alla eutrofizzazione, ad una scarsa cura delle sponde». L’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Aldo Berlinguer ha lanciato un monito: «Bisogna attivare una sorta di Pil vocazionale, che valorizzi le risorse del territorio e offra servizi, ricettività. Ci vuole un Piano industriale che produca ricavi. Da questo punto di vista, il nascente Parco del Vulture potrà essere lo strumento in grado di agire sulla tutela e sulla valorizzazione dell’area». Francesco Pietrantuono, consigliere Regionale e presidente della III Commissione, ha chiesto attenzioni sull’esistente, «a partire dal Museo di Storia Naturale, che va potenziato e fatto fruire con una bigliettazione».
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