Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip Martino Rosati su richiesta del sostituto procuratore Enrico Bruschi. In tre sono finiti in carcere: il 27enne pregiudicato Vincenzo D’Andria (che risponde anche del tentato omicidio di un giovane che riteneva fonte confidenziale dei carabinieri, avvenuto nel novembre 2013), suo padre Giuseppe D’Andria e Giovanni Massaro. Gli arresti domiciliari sono stati concessi a Giovanni e Cosimo D’Ancona, Francesco Giannetti e Agostino Bisignano. Nel corso dell’attività d’indagine sono stati quaranta gli episodi di furto di gasolio ad opera dei sodali del gruppo criminale. È stato calcolato un ammanco di circa 10mila litri di un valore pari a 14mila euro. L’indagine ha permesso di cristallizzare anche la posizione relativa al padre di Vincenzo D’Andria, Giuseppe, già noto alle forze dell’ordine, accusato di fabbricare e detenere, per la successiva commercializzazione in concorso con il figlio, armi clandestine. È stato, inoltre, documentato lo spaccio di sostanza stupefacente, nello specifico, cocaina.
L'associazione per delinquere è contestata a Giuseppe D’Andria, Giovanni Massaro, Giovanni D’Ancona e Francesco Giannetti.
















