La rivista, presentata oggi al Senato, è diretta da Maso Notarianni, direttore anche del quotidiano on line, e nasce da un'esperienza di 4 anni in Rete.
Rubriche, approfondimenti, interviste e interventi: 36 pagine, con la copertina, per raccontare cosa accade nel mondo, una sorta di geopolitica vista dal basso. Ogni mese, infatti, le 4 pagine centrali saranno occupate da un atlante tematico. Date e cifre sui conflitti in atto nel primo numero, poi la situazione delle zone in crisi.
Una nuova esperienza, spiega l'editore, che «segue le orme del giornale on line». E la linea è la stessa: offrire un'informazione «libera e indipendente» sulle guerre e le situazioni di violazione dei diritti umani, contribuire a diffondere la cultura della pace, perché «la scelta della guerra è sempre e comunque sbagliata».
«La pace ha bisogno di un sì» - ha detto Oscar Luigi Scalfaro, presidente emerito della Repubblica, presente al Senato -, di un sostegno forte e attivo». È necessario anche riaffermare il ripudio nei confronti della guerra perché «è il male peggiore contro la dignità della persona».
La rivista, al costo di 3 euro, sarà distribuita nelle librerie e attraverso gli abbonamenti, anche per sostenere l'iniziativa: avranno,infatti un costo che va dai 30, ai 50, ai 100 euro.
Il quotidiano on line PeaceReporter nasce nel novembre del 2003, da un'idea di Emergency di Gino Strada e dell'agenzia giornalistica Misna (Missionary service news agency). Quattro anni quasi durante i quali ha ottenuto importanti risultati, accrescendo la sua notorietà.
Oggi il sito conta, ogni mese, una media superiore ai 100mila visitatori. Nei primi sei mesi del 2007, la media mensile di pagine visitate è stata di 765mila, con punte massime tra marzo e aprile quando il quotidiano ha seguito gli avvenimenti del rapimento di Daniele Mastrogiacomo, giornalista di «la Repubblica». E ancora PeaceReporter ha seguito passo dopo passo la vicenda di Hanefi, arrestato dopo il rilascio del giornalista, con l'accusa di concorso in omicidio perché lasciò l'interprete di Mastrogiacomo in mano ai taleban.
Interviste, reportage, storie e dossier, scritti dagli inviati di PeaceReporter, in giro nelle zone calde. Il primo reportage da una zona di guerra è del 2004, scritto da un inviato in Iraq. E sono molte le testate italiane che, in questi anni, hanno impiegato i reportage dei giornalisti di PeaceReporter.
















