Il procedimento sul fallimento, confermato nel febbraio 2011 dalla Corte d’Appello di Bari, è attualmente pendente in Cassazione. I patteggiamenti sono stati ratificati oggi dal gup Giovanni Abbattista. Nel procedimento si è costituita parte civile l’Agenzia delle Entrate.
Secondo il procuratore aggiunto Pasquale Drago e il pm Patrizia Rautiis, gli imputati avrebbero distratto i fondi della società utilizzandoli per scopi privati. In particolare gli inquirenti hanno accertato irregolarità contabili per circa 7 milioni di euro tra il 2006 e il 2009, attraverso passaggi di denaro sospetti, crediti fasulli nei confronti di aziende collegate alla Tecno Hospital e fatture false o gonfiate che avrebbero svuotato le casse della società.
Lo stesso Gianpaolo Tarantini, nell’interrogatorio del 6 novembre 2009, nell’ambito delle indagini sugli appalti truccati nella sanità pugliese, dichiarò di aver "complessivamente svuotato negli ultimi anni la Tecno Hospital per un importo di circa 4 o 5 milioni di euro" pagando tangenti, tra il 2007 e il 2008, a politici e dirigenti della Regione Puglia per ottenere appalti. In quello stesso periodo Tarantini dichiarò di aver "condotto una vita esagerata e speso molti soldi", riferendosi anche alle serate organizzate nelle residenze dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per le quali Tarantini è imputato in un altro procedimento per associazione per delinquere e favoreggiamento della prostituzione. Nell’ultima udienza del processo 'escort' i finanzieri che hanno condotto le indagini hanno infatti elencato le spese per decine di migliaia di euro sostenute dall’imprenditore barese per viaggi aerei, soggiorni in hotel di Roma e compensi alle ragazze.
















