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Bancarotta Tecno Hospital fratelli Tarantini patteggiano

Bancarotta Tecno Hospital fratelli Tarantini patteggiano

 
Bancarotta Tecno Hospital fratelli Tarantini patteggiano

Mercoledì 25 Marzo 2015, 17:25

03 Febbraio 2016, 06:46

BARI – Si è conclusa con tre patteggiamenti la vicenda processuale relativa alla bancarotta fraudolenta della società Tecno Hospital dei fratelli Tarantini. I tre imputati, per i quali la Procura di Bari aveva chiesto nei mesi scorsi il rinvio a giudizio, hanno patteggiato pene a tre anni e tre mesi Gianpaolo Tarantini, a due anni il fratello Claudio, e ad un anno e otto mesi la madre dei due imprenditori baresi Maria Giovanna Tattoli, amministratrice della società di famiglia nei mesi precedenti il fallimento, nel giugno 2010.

Il procedimento sul fallimento, confermato nel febbraio 2011 dalla Corte d’Appello di Bari, è attualmente pendente in Cassazione. I patteggiamenti sono stati ratificati oggi dal gup Giovanni Abbattista. Nel procedimento si è costituita parte civile l’Agenzia delle Entrate.

Secondo il procuratore aggiunto Pasquale Drago e il pm Patrizia Rautiis, gli imputati avrebbero distratto i fondi della società utilizzandoli per scopi privati. In particolare gli inquirenti hanno accertato irregolarità contabili per circa 7 milioni di euro tra il 2006 e il 2009, attraverso passaggi di denaro sospetti, crediti fasulli nei confronti di aziende collegate alla Tecno Hospital e fatture false o gonfiate che avrebbero svuotato le casse della società.

Lo stesso Gianpaolo Tarantini, nell’interrogatorio del 6 novembre 2009, nell’ambito delle indagini sugli appalti truccati nella sanità pugliese, dichiarò di aver "complessivamente svuotato negli ultimi anni la Tecno Hospital per un importo di circa 4 o 5 milioni di euro" pagando tangenti, tra il 2007 e il 2008, a politici e dirigenti della Regione Puglia per ottenere appalti. In quello stesso periodo Tarantini dichiarò di aver "condotto una vita esagerata e speso molti soldi", riferendosi anche alle serate organizzate nelle residenze dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per le quali Tarantini è imputato in un altro procedimento per associazione per delinquere e favoreggiamento della prostituzione. Nell’ultima udienza del processo 'escort' i finanzieri che hanno condotto le indagini hanno infatti elencato le spese per decine di migliaia di euro sostenute dall’imprenditore barese per viaggi aerei, soggiorni in hotel di Roma e compensi alle ragazze.
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