Lo ha confermato il legale di Spinelli, Carlo Taormina, a cui è stato notificato ieri l'avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal procuratore aggiunto del Tribunale di Bari, Giovanni Colangelo, che ha coordinato le indagini della Digos del capoluogo pugliese.
A Stefio (siciliano, di 36 anni) e a Spinelli (trentaduenne originario di Sammichele di Bari e amico di Cupertino) viene contestato - a quanto è dato sapere - di aver arruolato, tramite la 'Presidium corporation' (società con sede alle Seychelles per l'accusa riconducibile a Stefio), Didri Forese, Maurizio Agliana e Umberto Cupertino affinchè militassero in territorio iracheno in favore di Forze armate straniere (anglo-americane, per la precisione), in concerto ed in cooperazione con le medesime, in contrapposizione a gruppi armati stranieri.
Nell'ambito delle indagini, il gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, su richiesta della procura, impose nell'ottobre 2004 a Spinelli il divieto di espatrio per sei mesi. Il provvedimento coercitivo fu però annullato dopo pochi giorni, il 18 ottobre, dal Tribunale del Riesame, che accolse nel merito la tesi difensiva.
Le motivazioni esposte dal gip nel provvedimento coercitivo suscitarono aspre polemiche perchè il giudice affermò che le indagini sinora compiute avevano «consentito di accertare che era effettivamente vero quanto ipotizzato, subito dopo il sequestro dei quattro italiani in Iraq, che essi erano sul territorio di quel Paese in veste di mercenari, o quantomeno, di 'gorilla' a protezione di uomini di affari in quel martoriato Paese». E affermò che gli ex ostaggi italiani «erano veri e propri fiancheggiatori delle forze della coalizione e questo spiega, se non giustifica, l'atteggiamento dei sequestratori nei loro confronti».
















