Invenzione tutta italiana, la scheda (o card «prepagata») telefonica fu sviluppata, per Telecom Italia (allora Sip) dalla Sida di Brescia nel 1976, e vide comparire quell'anno i primi telefoni pubblici a banda magnetica nel Galoppatoio di Villa Borghese, a Roma. E' però solo alla fine degli anni '80 che le schede telefoniche si diffondono a larga scala, diventando uso comune e mandando definitivamente in pensione il gettone. Negli anni successivi anche in Italia comincia la sperimentazione della scheda telefonica a «chip».
Lo sviluppo della telefonia mobile causa però un arresto di quello della telefonia pubblica, e di schede telefoniche: basti pensare che dai 205 milioni di schede prodotte nel 1996, si è passati ai 22 milioni del 2005.
Di pari passo con lo sviluppo delle schede telefoniche è andato il collezionismo. E proprio agli amatori sono rivolte le quattro emissioni speciali di Telecom Italia, presentate a Riccione. Dedicate alla mostra «Le monete di Giuda - Il prezzo del tradimento, ma non furono trenta denari», in corso al Palazzo del Turismo, le quattro emissioni celebrative di Telecom Italia riproducono alcune delle rarissime monete esposte. Solo per i collezionisti c'è una «ricaricard Tim» da 10 euro, con una tiratura di 3 mila esemplari, che raffigura una «Pruta» del 30 d. C., mentre le altre schede riproducono un «Siclo in argento» del 100 a.C., un «Mezzo Shekel» del 70 d.C., e un Denario in argento del 133-134 d.C.
Le schede sono in vendita fino a domani in occasione del Salone Numismatico Nazionale, che sta avendo un gran successo di pubblico così come lo hanno avuto le manifestazioni filateliche, e l'11/mo Europa Card show dedicato proprio alle carte telefoniche e alla moneta elettronica, che si sono svolte lo scorso fine settimana.
















