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Altamura, il giudice «Atteggiamento omertoso in alcuni carabinieri»

 
Altamura, il giudice «Atteggiamento omertoso in alcuni carabinieri»

Giovedì 16 Gennaio 2014, 09:03

03 Febbraio 2016, 04:16

di GIOVANNI LONGO

ALTAMURA - Della presunta piovra che per quasi dieci anni ad Altamura, secondo la Dda, avrebbe stretto mortalmente politica, istituzioni e persino forze dell’ordine resta davvero poco. Almeno per ora. Ma ciò che fa più rumore, leggendo le motivazioni della sentenza con la quale il gup del Tribunale di Bari Gianluca Anglana ha assolto con formula piena sei imputati, compresi due Carabinieri accusati di favoreggiamento, è quello che viene definito «atteggiamento omertoso» di alcuni militari che nel 2007 erano in servizio nella stazione di Altamura.

Il giudice, in relazione ad altri imputati parla di «condotte improntate unicamente a relazioni amicali» tra loro «del tutto avulse dalle metodologie mafiose». In 160 pagine spiega perché le accuse non sono provate. Perché persino un pentito, Vincenzo Laterza non può essere condannato per reati dei quali si è accusato. Perché due Carabinieri non hanno mai coperto il boss Bartolo Dambrosio. Perché gli avvocati Vito Zaccaria e Vincenzo Siani sono del tutto estranei alle accuse loro contestate. Prendiamo la spedizione punitiva ai danni del giornalista Di Palo che, dalla sua radio, aveva denunciato presunti illeciti nella gestione dei rifiuti. Anzitutto è sbagliata l’indicazione temporale: collacata nel 2006, dopo le amministrative, che, però, si erano celebrate un anno prima.

E poi «la vicenda descritta - scrive Anglana - è caratterizzata, sotto il profilo accusatorio, da dichiarazioni incostanti, poco coerenti e contraddittorie tra loro anche su aspetti rilevanti, in alcuni casi addirittura sconfessate da elementi obiettivi di fatto, con la conseguenza che gli imputati Cicirielli Domenico, Laterza Vincenzo e Zaccaria Vito» sono del tutto estranei all’epi - sodio. E l’avvocato Vincenzo Siani? «Può ragionevolmente escludersi - scrive il gup - la partecipazione organica del Siani al sodalizio mafioso non avendo alcuno dei collaboratori sentiti parlato di una sua affiliazione». La stessa vedova del boss ucciso nel 2010 aveva escluso che avesse «mai tenuto con il marito boss rapporti diversi da quelli di natura meramente professionale».

Ma i passaggi più significativi riguardano i due carabinieri Nicola Logiudice (all’epoca dei fatti comandante della Stazione di Altamura) e Massimo Carotenuto, assolti con formula piena dall’accusa di favoreggiamento e false dichiarazioni, per non aver segnalato - secondo l’Accusa - che il boss Dambrosio non ottemperava all’ob - bligo di firma cui era sottoposto nel 2007. Il giudice, infatti, riporta stralci delle dichiarazioni di altri militari in servizio nella stazione di Altamura. Dichiarazioni «inutilizzabili» perché i carabinieri, sentiti durante le indagini avrebbero dovuto essere a loro volta indagati. Tutti sapevano - dice in sintesi il gup - che Dambrosio aveva l’obbligo di firma e che tuttavia a volte non si presentava in caserma.

«Il fatto di aver consapevolmente taciuto tale circostanza, senza denunciarla ai propri superiori ed all’Autorità Giudiziaria, - scrive il giudice - integra il reato di omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale», con la conseguenza che i militari «sarebbero dovuti essere ascoltati nel corso delle indagini in forma garantita». Per il gup, infine, «è inquietante rilevare come nella Stazione Cc di Altamura, vuoi per il constatato disinteresse per le rituali comunicazioni formali (comprese quelle informatiche), vuoi per il fiero atteggiamento omertoso di alcuni militari (che pur avendo appreso fatti di rilievo penale, se li tenevano per sé ritenendo di non dire niente a nessuno), le notizie circolavano attraverso pettegolezzi (per tali dovendo intendersi le voci di caserma ..), con tutte le distorsioni tipiche a tali forme divulgative».
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