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Torino - Recuperato diamante rubato da 7 milioni di euro. Sei persone arrestate

 

Sabato 12 Novembre 2005, 20:58

19 Maggio 2025, 17:10

«Vi dispiace se prima di acquistare il diamante lo esamino sotto una luce migliore, fuori dalla stanza?»: così, lo scorso agosto a Torino, si era consumato uno dei più sorprendenti furti di gioielli mai commessi in Italia. I carabinieri, dopo settimane di indagini, hanno recuperato la refurtiva, una gemma da 7 milioni di euro, ed eseguito sei arresti fra Asti e Milano.
Una vicenda ai confini dell' incredibile di cui il vero protagonista è il diamante, il brasiliano «Cruzeiro do Sul», grande poco più di un'unghia ma di valore straordinario grazie ai suoi dodici carati e alla sua colorazione particolare. Quando lo misero in vendita, i dirigenti della Fuji Trading Company di Yoshuko Fujimori, società giapponese di commercio di preziosi, di sicuro non immaginavano la beffa che avrebbero subito. Il 29 agosto, al momento di concludere l'affare in una stanza di una filiale di Torino della Bnl, il compratore ha preso la gemma fra le dita, ha chiesto di poter uscire per guardarla meglio e si è allontanato sotto gli sguardi increduli dei presenti. Ma le telecamere a circuito chiuso della banca hanno ripreso la targa della sua auto, indirizzando subito gli inquirenti verso la strada giusta.
«Potevamo arrestarli tutti dopo pochi giorni - ha detto il pm titolare delle indagini, Antonio Malagnino - ma non volevamo correre il rischio di perdere il diamante». «Adesso - aggiunge il colonnello Angelo Agovino, comandante provinciale dell'Arma - siamo orgogliosi di avere impedito che in Italia rimanesse impunito un fatto così grave». Protagonisti e ruoli, in una vicenda in cui tra broker, emissari, ladri e ricettatori compaiono italiani, indiani, egiziani, giapponesi e slavi, devono essere ancora bene definiti.
La banda cercò di piazzare la pietra una prima volta senza successo, e al secondo acquirente fece un prezzo di un milione e mezzo; all'incontro (programmato dapprima all' ufficio gemmologico di Milano, poi in un altro ufficio) si sono però presentati anche i militari guidati dal tenente Massimo Pesa. Adesso sono in carcere Roberto Cappato, astigiano, procacciatore d' affari, e gli slavi Liubisa Djordjevic e Dino Nacinovic. Gli avvocati difensori, Wilmer Perga e Mario Bertolino, hanno invece ottenuto l'obbligo di dimora per Umberto Barbato, di Guidonia (Roma), e la scarcerazione di un indiano e di una donna di origine balcanica - ora indagata per favoreggiamento - che per qualche tempo ha custodito il diamante nel reggiseno.

Mauro Barletta

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