Giuseppe Coppola, 53 anni, era ricercato dal 1984 quando sfuggì a un blitz coordinato dalla Procura di Torino in seguito a dichiarazioni del pentito Salvatore Parisi, detto «Turinella», che portarono all'arresto di un centinaio di persone compresi anche uomini delle istituzioni. Coppola deve scontre 16 anni di carcere per associazione mafiosa, omicidio, distruzione e occultamento di cadavere, estorsione aggravata e detenzione di armi. Coppola è stato rintracciato dalla polzia nel quartiere di Cibali, mentre era in compgnia della moglie. Gli investigatori erano sulle sue tracce e lo stavano seguendo quando l'auto del mafioso, una Citroen «Saxo» si è fermata a causa di un guasto tra le vie Stazzone e Rasà. La moglie si è allontanata a piedi per raggiungere un'officina mentre il latitante è rimasto nella vettura. A quel punto gli agenti hanno deciso di intervenire. Uno di loro ha avvicinato la macchina e ha puntato la pistola alla testa del latitante intimandogli di arrendersi. Coppola ha subito detto di essere armato e ha consegnato al poliziotto una pistola calibro 7.65 carica e con il colpo in canna. L'arma è risultata rubata.
Con Coppola sono stati arrestati due suoi fiancheggiatori.
Sono Ivana Maugeri, 28 anni, operatrice di un call center, e Franco Torcisi, 48 anni, muratore. Sono accusati di favoreggiamento personale perhè avrebbero aiutato il ricercato durante la latitanza. Nell'abitazione utilizzata da Coppola nel quartiere di Cibali sono stati ritrovati 5.000 euro in contante, alcune parrucche da donne e un telefono cellulare.
Coppola, da sempre vicino al boss Santo Mazzei «u carcagnuso» che negli anni '80 capeggiò il clan dei Cursoti, è stato uno dei protagonisti della guerra di mafia che contrappose le famiglie catanesi. In particolare, è accusato dell'omicidio di Vincenzo Santapaola e del tentato omicidio di Antonino Puglisi, Salvatore Censabella e Agatino Di Mauro.
Indicato dagli inquirenti come elemento di spicco della mafia catanese, Coppolla gestiva anche estorsioni ai danni di imprenditori edili ed è accusato anche di una rapina commessa a Bisceglie (Bari) il 25 marzo del 1983 quando assieme ad altri mafiosi, tra i quali Giuseppe Garozzo, dopo aver aggredito e percosso una guardia giurata in servizio davanti allo sportello della Cassa di Risparmio di Puglia all'interno dell'ospedale civile, si impossessò di 80 milioni destinati a finanziare le attività del suo clan.
PISANU SI CONGRATULA CON IL QUESTORE DI CATANIA
Il Ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu si è congratulato, attraverso il capo della polizia prefetto Giovanni de Gennaro, con il questore di Catania, Stefano Berrettoni e con tutto il personale della Polizia di Stato che ha partecipato «alla brillante operazione che ha portato all'arresto del pericoloso latitante di mafia Giuseppe Coppola».
















