Martedì 09 Settembre 2025 | 01:32

«Angelo Izzo? Un lucido assassino»

 

Martedì 31 Maggio 2005, 00:00

01 Agosto 2025, 16:42

CAMPOBASSO - La verità investigativa sul massacro della villetta di Ferrazzano (Campobasso) arriva a 33 giorni dall'assassinio di Maria Carmela Maiorano e della figlia Valentina: la notifica in carcere delle ordinanze di custodia cautelare ad Angelo Izzo, Luca Palaia e Guido Palladino ha sancito oggi per i primi due le accuse di duplice omicidio premeditato in concorso, violenza sessuale, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Di quest'ultimo reato risponde anche Palladino, accusato inoltre di favoreggiamento personale per aver aiutato gli altri due nelle fasi successive al delitto.
Gli esiti di un mese di febbrili indagini, a partire dalla scoperta dei cadaveri il 30 aprile scorso - ma il duplice delitto risale a giovedì 28 -, sono stati illustrati presso la Questura di Campobasso dai magistrati della Procura e dai funzionari di Polizia, tra cui quelli dello Sco e della Scientifica, della Direzione anticrimine (Dac), che hanno collaborato ai rilievi fin dal primo momento E' stata la pm Rita Caracuzzo a riferire che la premeditazione è stata contestata per il fatto che Palaia, su indicazione di Izzo, nei giorni precedenti il duplice assassinio aveva acquistato sacchetti di plastica, nastro adesivo, calce e un laccio emostatico, tutto materiale utilizzato poi per il delitto. Per i due c'è l'aggravante di aver agito per futili motivi e con particolare crudeltà.
L'accusa di violenza sessuale riguarda il fatto di aver denudato, ammanettato e legato alle caviglie la quattordicenne Valentina. Su di lei sono state trovate tracce compatibili con il Dna di Izzo. A tutti e tre gli indagati, poi, vengono contestati i reati relativi al possesso di tre pistole, ma per questa vicenda è aperto un procedimento separato. Quanto ai documenti falsi trovati nella casa Izzo e Palaia sono accusati di ricettazione e falso: entrambi avevano carte di identità con le loro foto e con nomi falsi.
«Sono esclusi - ha spiegato il capo della Squadra Mobile, Domenico Farinacci - moventi di natura economica e legati ad una vendetta. Quello che è reale è uno sfondo sessuale della vicenda, tutto inoltre va accostato alla personalità molto complessa di Izzo». Quest'ultimo, comunque, durante l'interrogatorio delle settimane scorse avrebbe mentito circa i suoi rapporti con le due donne. «Nessun elemento - ha affermato Farinacci - fa ritenere che ci fosse un rapporto sentimentale tra Izzo e Maria Carmela e tanto meno tra lui e Valentina».
Impressionanti le modalità con cui sono state uccise le due donne. «La testa prima avvolta nello scotch - ha ricordato la pm Caracuzzo -, poi con dei sacchetti e poi di nuovo con altro scotch. Dopo i delitti Palaia scavò la fossa nel giardino della casa. Izzo invece lo aiutò a trasportare i cadaveri con una carriola». Palladino entrò in scena solo in un secondo momento. Fu lui infatti a gettare dell'acqua sulla terra dove erano state seppellite le due donne.
Intanto Izzo, oltre a cercare di far sparire ogni indizio (lui e Palaia si tagliarono persino le unghie «in modo iperaccentuato», hanno riferito gli inquirenti, anche se poi tracce del suo Dna sono state trovate su alcuni pezzi di nastro da imballaggio usato per uccidere le due donne), trovava il modo di scrivere il 29 aprile, il giorno dopo i delitti, una lettera al marito e padre delle due vittime, Giovanni Maiorano, nella quale gli comunicava che le due donne stavano bene.
Erano quattro mesi che la Polizia teneva sotto controllo i tre, anche se su elementi che riguardavano solo i loro contatti e che non potevano far pensare a nuovi omicidi da parte dell'ex massacratore del Circeo. Izzo in quel periodo rispettava le prescrizioni di detenuto in semilibertà e non c'erano appigli per sospendere il beneficio che gli era stato concesso. Solo nella notte fra il 29 e il 30 aprile, dopo che Palaia e Palladino, al ritorno da una «trasferta» in Puglia, furono trovati in possesso di pistole, la semilibertà venne rapidamente sospesa. Ma a quel punto, come ci si accorse la mattina del 30 con la scoperta dei cadaveri nella villetta, le povere Maria Carmela a Valentina erano già state uccise.
Fausto Gasparroni

ORDINANZA: LUCIDO OMICIDA, SPIETATO E CRUDELE PROSPETTIVA DELINQUENZIALE SENZA SOLUZIONE CONTINUITA'
Angelo Izzo «è un lucido omicida che agisce con spietatezza e crudeltà». Così il massacratore del Circeo è descritto nell' ordinanza di custodia cautelare per gli omicidi di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano. «Un soggetto pericoloso che vive costantemente ai margini della legalità, secondo una prospettiva delinquenziale che non trova alcuna soluzione di continuità». L'ordinanza prosegue sottolineando come «dal 1975 ad oggi Izzo non è cambiato ed ha ingannato i magistrati dei tribunali di sorveglianza, il personale della casa circondariale, gli esperti che lo hanno esaminato». «A 30 anni dalla strage del Circeo, Izzo si mostra cambiato», «ma quel cambiamento è solo apparente e strumentalmente finalizzato a coprire perversi disegni di crimine». «Approfittando della condizione di sostanziale libertà, egli intreccia rapporti con soggetti che - al di là della sua apparente magnanimità - non esita a considerare pedine di un mosaico di sangue».
Izzo, spiega l'ordinanza, realizza il suo disegno «con crudeltà e sevizie, in una furia omicida tipica di un criminale organizzato che, con lucida freddezza agisce incurante dei terribili risvolti umani delle sue azioni».
«Izzo è stato e rimarrà un delinquente che sfida le istituzioni, covando costantemente disegni di illegalità». «Ha ucciso le due donne con spietata freddezza, con allarmante insensibilità e mancanza di pietà in relazione alla giovane età di Valentina Maiorano, non ancora quattordicenne». Omicidi, quello di Valentina e di sua madre, che il giudice per le indagini preliminari definisce «dalle modalità particolarmente odiose, stante la lunga e sofferta agonia nella morte delle due donne», non uccise a colpi di pistola ma «costrette a subire atti di violenza e soffocate».
«L'elevata potenzialità criminale del soggetto», secondo l'ordinanza, si desume dalla frase pronunciata da Izzo stesso durante il primo interrogatorio. Al pm che gli chiede perchè ha ucciso le due donne risponde: «non le so dare una risposta così, non esiste un motivo particolare, logico e sensato per poterle dare una risposta precisa...In realtà non c'è una motivazione vera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)