CITTA' DEL VATICANO - Sarà un Papa al servizio della pace e attento alle «irrinunciabili radici cristiane» d'Europa. Il nuovo pontefice lo ha chiarito spiegando personalmente durante la prima udienza generale del suo pontificato, perchè ha scelto di chiamarsi Benedetto XVI.
Oltre alle due priorità della pace e della rievangelizzazione del vecchio continente, il Papa ha ribadito la propria «trepidazione» di fronte al nuovo incarico, chiedendo «sostegno al popolo di Dio» e ha annunciato che per le catechesi delle prossime udienze riproporrà i testi già preparati da papa Wojtyla quale commento ai salmi e cantici che compongono i vespri. Una scelta analoga, ha ricordato, fu fatta da Giovanni Paolo II all'inizio del suo pontificato, rispetto ai testi del predecessore.
All'udienza erano annunciate quindicimila persone, compresi duemila polacchi, un migliaio di tedeschi, 55 austriaci, ma molte persone sono giunte senza biglietto e hanno affollato la piazza. Tra i presenti anche un groppo da Norcia, patria di San Benedetto e un centinaio di musulmani che partecipano in questi giorni a un convegno dei Focolarini.
«Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI - ha spiegato il Papa sorridendo - per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste».
«Sulle sue orme - ha sottolineato - desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno e con l'apporto di tutti». Il Papa ha poi detto che il suo nome «evoca anche san Benedetto da Norcia copatrono d'Europa con Cirillo e Metodio e - ha aggiunto a braccio - con santa Brigida, santa Caterina e santa Edith Stein». San Benedetto, ha ricordato, «costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà». Come ha fatto finora in tutti i suoi interventi pubblici, il Papa ha ricordato con «affetto» il suo «venerato predecessore», e anche la scelta di proporne i testi nelle prossime catechesi del mercoledì è nella linea della continuità.
Con il nuovo Papa, l'udienza generale è tornata allo schema precedente la malattia di Wojtyla: il Papa ha letto personalmente il testo italiano e le sintesi in francese, inglese, tedesco e spagnolo. Ha salutato in polacco (con buona pronuncia, secondo i connazionali di Giovanni Paolo II) e italiano, (ma non ha letto i saluti in croato e sloveno). Lo speaker polacco ha invece letto una sintesi della catechesi di oggi. Quando Benedetto XVI ha pronunciato il breve testo in spagnolo, è stato applaudito e interrotto a più riprese dai pellegrini spagnoli e latinoamericani, soprattutto messicani, presenti in piazza. Terminata la parte pubblica dell'udienza, sono stati ammessi al baciamano del Papa cardinali (il primo Etchegaray) vescovi e prelati, che sono sfilati a stringergli la mano per più di mezz'ora.
Mercoledì 27 Aprile 2005, 00:00
09 Ottobre 2025, 17:38