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Nel Brindisino allarme banconote false: si cerca la stamperia

Nel Brindisino allarme banconote false: si cerca la stamperia

 
Nel Brindisino allarme banconote false: si cerca la stamperia

Domenica 11 Dicembre 2011, 09:51

03 Febbraio 2016, 00:11

di PIERLUIGI POTI'

BRINDISI - Banconote false messe in giro da gente senza scrupoli: più che un allarme, è vera... psicosi.

L’episodio registratosi nei giorni scorsi a Latiano, con protagonisti due giovani brindisini (di esso, ne riparliamo nell’articolo della pagina accanto, ndr), è solo - come si suol dire in questi casi, usando una metafora - la punta di un iceberg, intendendo con tale termine un fenomeno che, purtroppo, non si riesce a debellare in maniera definitiva e che, al contrario, in un periodo di crisi nera come quello attuale, continua a far parlare di sè, grazie anche a falsari sempre più esperti e bravi a riprodurre quasi fedelmente le banconote coniate dallo Stato.

Altro che “La banda degli onesti”, prendendo in prestito il titolo del famoso film con Totò e Peppino De Filippo nei panni di un tipografo e un portiere che si improvvisano falsari pur di sbarcare il lunario. Film che, prendendo invece spunto da ciò che sta avvenendo ultimamente, potrebbe ben trasformarsi (senza inutili ironie) in “La banda dei disonesti”.

Il commercio, ovviamente, è il settore più a rischio, rappresentando il mercato dove gira la maggior parte del denaro liquido, specie in questa fase dell’anno durante la quale la gente è impegnata a comprare i regali di Natale e (relativamente parlando, perchè di soldi in giro ce ne sono davvero pochi) non bada a spese.

E’ quindi inevitabile che le associazioni di categoria tendano a invitare i propri rappresentati a tenere gli occhi ben... spalancati: «In effetti, è un problema molto serio - dichiara al riguardo Antonio D’Amore, presidente provinciale di Confesercenti Brindisi -, anche laddove si consideri che le banconote false che si mettono in giro sono quelle di piccolo taglio, spesso le 20 euro, qualche volta anche le 50, e ciò porta talvolta i commercianti a non controllare sempre ciò che gli passa sotto mano. E’ un periodo nero e si guadagna poco o nulla: figurarsi che batosta per quegli operatori che dovessero ritrovarsi a fine giornata lavorativa con una parte dell’incasso (anche minima) non avente alcun valore. Del resto, gente del genere non si fa alcuno scrupolo e non ci pensa due volte a togliere il pane a chi già... non ne ha».

L’unico modo per difendersi da tale pericolo è utilizzare la macchinetta che riconosce i soldi falsi: «E’ l’invito che rivolgo, anzi rinnovo ai commercianti - continua D’Amore -, anche perchè da un anno esiste una convenzione che la nostra associazione ha stipulato con una ditta che produce tali apparecchiature. In tanti l’hanno già acquistata e chi ancora non l’ha fatto sarebbe opportuno che provvedesse subito, atteso che la spesa non è poi così elevata (costa tra gli 80 e i 100 euro, ndr). Ma non è soltanto questo il problema. Le attività commerciali sono differenti tra loro, per cui chi opera nel settore alimentare o dell’abbigliamento ha a che fare con un maggior numero di clienti e, di conseguenza, con un flusso di denaro contante notevole. 

Può, quindi, capitare che, con il negozio pieno di gente e con chi aspetta il proprio turno che potrebbe spazientirsi, il tempo da dedicare a ciascuno è assai ridotto. Inevitabilmente, allora, non sempre si perde tempo (anche se non si tratta affatto di perdita di tempo) a controllare le banconote che si incassano e ciò aumenta le possibilità di ritrovarsi con soldi falsi. Viceversa, il gioielliere, ad esempio, ha una quantità di clienti più ridotta e selezionata e ha molto più tempo a disposizione per mettere mano alla macchinetta e controllare se è tutto in regola».

Da qui, il rinnovo dell’appello: «Invito tutti gli operatori del settore - conclude il presidente di Confesercenti Brindisi - a dotarsi di tale apparecchiatura e a utilizzarla sempre, a meno che non si ha di fronte un amico, o un cliente fidato. Anche la sola presenza visibile dell’apparecchiatura medesima può fungere da deterrente, può cioè servire a scoraggiare i falsari a smerciare banconote false. Basta solo avere un po’ di accortezza in più per evitare simili fregature che, ripeto ancora una volta, in un periodo di crisi profonda come quello in corso, rappresentano batoste che possono addirittura compromettere il prosieguo della propria attività commerciale».

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