Gli arresti di oggi fanno seguito alla scoperta – avvenuta nella primavera 2010 – della corruzione di un funzionario della sede barlettana dell’Agenzia compiuta da parte di un commercialista: in quella circostanza al funzionario corrotto furono versati oltre 12.000 euro perchè mitigasse gli esiti di una verifica fiscale nei confronti di un imprenditore, cliente del commercialista. Funzionario e commercialista vennero arrestati nel maggio 2010. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Trani.
L’operazione è stata denominata 'Dirty Practice'. Gli inquirenti hanno utilizzato intercettazioni telefoniche e ambientali, riscontri documentali e controlli su verifiche fiscali eseguite dall’Agenzia delle Entrate.
Lo scenario emerso dalle investigazioni è apparso particolarmente grave ed inquietante. Alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Barletta e Bari facevano richieste disinvolte di denaro o beni di vario genere agli imprenditori nel corso dei controlli e delle attività ispettive. Un sistema, secondo gli inquirenti della Procura di Trani, radicato e continuato. Quattro dipendenti arrestati erano in servizio all’Agenzia delle entrate di Bari e altri quattro in quella di Barletta.
«Il valore della legalità è al centro della missione istituzionale dell’Agenzia delle Entrate». Lo ricorda il direttore dell’amministrazione finanziaria, Attilio Befera, in una lettera inviata a tutti i dipendenti dopo i fatti giudiziari che hanno coinvolto due strutture periferiche, Torino e Bari, dell’Agenzia.
«Seppure valga per tutti, naturalmente, la presunzione di innocenza fino alla pronuncia definitiva della magistratura, è inutile negare – scrive Befera – che notizie come questa suscitano in tutti noi profonda amarezza». Il direttore rileva che si tratta di «casi isolati» ma «ogni volta l’immagine dell’Agenzia subisce inevitabilmente un duro colpo e rischia di essere offuscato tutto ciò che di straordinario siamo riusciti a realizzare in questi anni al servizio del Paese con la dedizione, la professionalità e la competenza di cui abbiamo saputo dare prova».
Il direttore riferisce allora di avere «incaricato la Direzione Centrale Audit e Sicurezza di rafforzare i controlli circa il rispetto dei principi di correttezza e integrità professionale, cui siamo consapevoli di dover ispirare ogni giorno la nostra condotta. La Direzione Centrale verificherà inoltre il rispetto puntuale dell’obbligo di presentazione della dichiarazione patrimoniale da parte dei dirigenti e analizzerà in modo sistematico, secondo le norme vigenti, i dati ivi riportati, avviando, ove necessario, le opportune iniziative. Questo a tutela del prestigio e dell’immagine della nostra dirigenza che sa di meritare, nell’esercizio delle gravose responsabilità ad essa affidate, il rispetto dei contribuenti». Il direttore conclude chiedendo a tutti gli addetti del fisco di sfidare «vigili, difficoltà e zone d’ombra che non possiamo, nè vogliamo in alcun modo ignorare».
















