di Toti Bellone
LECCE - Sabato sera di terrore e di sangue, quello appena trascorso, per una famigliola leccese. Marito, moglie e figlioletto di soli 17 mesi, sono finiti in balìa di un rapinatore, che armato di un collo di bottiglia di birra, ha ferito il capofamiglia ad un orecchio, e terrorizzato la moglie ed il piccino, che, intuito il pericolo, ha preso a piangere disperato e ad accucciarsi contro il petto della sua mamma.
Il ferito, un autotrasportatore, di 26 anni, ha dovuto fare ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale «Vito Fazzi». Per cucire la ferita al lobo sinistro, ci sono voluti undici punti di sutura. Dopodiché, è stato dimesso con sette giorni di prognosi.
Quanto al feritore, dieci minuti dopo il fatto di sangue, diretti dal vice questore Carmine Ingrosso, gli agenti della Sezione «Volanti» della Questura, lo avevano già assicurato alla giustizia.
E’ un 23enne di Copertino da qualche tempo stabilitosi a Lecce, Sergio Limetti, con precedenti per droga e guida sotto l’effetto di alcol (2010), danneggiamento ed invasione di terreni durante un rave party a Brindisi (2009), e rissa (2007).
Il fattaccio si è registrato, poco dopo le ore 21, in via Balsamo, ad angolo con viale Japigia, la strada di fronte alla quale si trova via 95esimo Reggimento Fanteria, quindi in pieno centro cittadino.
Di ritorno dalla spesa in un supermercato, la famigliola, a bordo di un’Alfa 147, si era fermata davanti al semaforo rosso.
Come è noto, per quanto centrale, quella via è defilata e piuttosto buia, e proprio per questo, Sergio Limetti doveva averla scelta per l’agguato.
Appena si è accorto che il finestrino dell’Alfa era aperto, si è materializzato a torso nudo al cospetto dell’autista, spingendogli la bottiglia contro l’orecchio. Instintivamente, il malcapitato si è voltato e, feritosi ancor più profondamente, ha preso a perdere sangue.
«I soldi, dammi i soldi. La borsa», gli ha intimato il fuorilegge. Ma quello ha pensato a moglie e figlio, e neppure gli ha risposto.
Poi è scattato il verde, e forse anche per la vista del sangue e degli automobilisti in coda che avevano preso a suonare i clacson, il rapinatore gli ha detto: «Vai, vattene, è verde».
Scattato l’allarme, ad opera della moglie terrorizzata, al numero d’emergenza 112, la zona è stata letteralmente presa d’assedio. L’ispettore capo turno della «Beta 2», una delle «Volanti», ha subito contattato il ferito, ed ha riversato ai colleghi le informazioni ricevute sul conto del bandito in fuga.
Sergio Limetti è caduto proprio nella rete degli uomini del vice questore Ingrosso. Al termine di un’operazione che a ragione può definirsi «lampo», i poliziotti lo hanno infatti trovato alla fine di via Imbriani, all’altezza dell’incrocio con via Imperatore Adriano.
Era ancora a torso nudo, e quel che è peggio, sul torace aveva numerosi tagli che sanguinavano, e che si era sicuramente procurato con lo stesso collo di bottiglia con cui aveva tentato la rapina e che alla vista degli agenti, aveva lasciato cadere sul marciapiede.
Resisi conto di aver a che fare con individuo in preda ad un qualche disagio psichico, gli investigatori hanno agito con tatto, ma anche con rapidità, perché hanno messo in conto che il giovane avrebbe potuto infierire ancora su di sé.
Mentre uno lo distraeva, altri due lo hanno immobilizzato e quindi trascinato nella «Volante», che a sirene spiegate, si è diretta in Questura.
Ad attendere il 23enne copertinese, c’era un’ambulanza del 118, che lo ha trasportato al pronto soccorso dell’ospedale «Santa Caterina Novella» di Galatina, dove è stato curato e medicato.
Le ferite al torace erano solo superficiali, ed il ricovero non si è reso necessario.
Sergio Limetti è così ritornato in Questura, dove attraverso un vetro, è stato riconosciuto dall’autotrasportatore ferito, che nel frattempo era ritornato dal pronto soccorso del «Fazzi».
Inutile aggiungere che per il giovane, figlio di una coppia di bravi ed onesti lavoratori, che hanno fatto di tutto per farlo uscire dal tunnel della droga, da ultimo ricoverandolo in una comunità dalla quale era stato dimesso di recente, il magistrato di turno in Procura, il sostituto Alessio Coccioli, ha disposto gli arresti in una cella del carcere di borgo san Nicola.
Per tornare alle fasi della «cattura-lampo», sono state seguite dal questore Vincenzo Carella, che a operazione conclusa, si è complimentato con il vice questore Ingrosso e con i suoi uomini.

Lunedì 03 Ottobre 2011, 11:44
09 Maggio 2019, 17:06