Una lettera di pesanti minacce nei confronti di un carabiniere in servizio in un Comune garganico, accompagnata da un proiettile di piccolo calibro. Un tentativo di intidimidazione, o forse ancora di delegittimazione. Il plico è stato consegnato a diversi destinatari, tra cui anche alla redazione della «Gazzetta».
Le minacce arrivano proprio all'indomani dell'operazione "Mari e monti" con cui la Dda di Bari ha smantellato il clan dei Montanari, portando in carcere 37 persone (e altre 2 ai domiciliari) con accuse che vanno dall'associazione di stampo mafioso al traffico di stupefacenti, alle rapine e alle estorsioni.
La lettera scritta al computer, in stampatello, accusa il sottufficiale di gravi comportamenti nel luogo in cui presta servizio, e contiene minacce a lui («Non ci arrendiamo fin quando non sparisce dalle nostre viste che è meglio») e a tutti i carabinieri («Dovete morire tutti»). Un messaggio su cui, adesso, saranno svolti accertamenti, e che viene esaminato con la dovuta attenzione: il destinatario delle minacce è considerato infatti un militare estremamente capace e attivo, in un territorio dove lo Stato combatte giornalmente con la criminalità organizzata. E dunque qualcuno potrebbe aver scelto la strada della calunnia per allontanarlo.