La Puglia è una regione sicura? Non si direbbe visti gli ultimi episodi di cronaca (l’assalto ad un portavalori vicino a un ufficio postale a Barletta nella Bat, l’omicidio di Agostino Corvino, nipote del boss Tolonese, crivellato di colpi e ucciso a Foggia mentre insieme alla sua compagna stava festeggiando 50 anni e l’uccisione di Lorenzo Gerardo Tammaro compiuto il 3 ottobre in via Salvo D'Acquisto a Orta Nova) che, insieme all’escalation di furti di auto e alle esorsioni, stanno ulteriormente minandola tranquillità del Tacco d’Italia e che, purtroppo, hanno confermato il quadro a tinte fosche già delineato nella relazione semestrale della Dia dello scorso ottobre: «un contesto mafioso, in continua evoluzione che ha saputo sviluppare una politica di consolidamento e di espansione caratterizzata da una penetrante e pervasiva capacità di controllo militare del territorio e da una spiccata vocazione relazionale finalizzata all’attuazione di un più evoluto modello di mafia degli affari».
Un diffuso allarme sicurezza insomma che, ieri, è stato anche evidenziato dalle istituzioni e dalla politica: è stata infatti presa la decisione di dedicare un consiglio regionale monotematico sull'emergenza sicurezza e criminalità in provincia di Foggia il prossimo 22 novembre e la presidente del Consiglio, Loredana Capone, ha provveduto anche a «interessare il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano.
«Quello che ci interessa portare in aula - ha spiegato la Capone - non è una passerella di politici ma un confronto in grado di offrire risposte e soluzioni ai problemi dei cittadini pugliesi e di Capitanata e sui problemi ci stiamo confrontando in queste ore con il sottosegretario. Alle cittadine e ai cittadini foggiani non servono ulteriori inutili tensioni, serve piuttosto sapere che possono contare su un’alleanza forte con le istituzioni regionali e quest’alleanza con la Regione c'è».
Sta di fatto che, al di là delle parole, sulla sicurezza bisogna ammettere che le istituzioni e la politica, negli ultimi anni, non hanno inteso investire a riguardo, anzi, in concreto, i continui tagli hanno di fatto depotenziato un settore cardine della vita sociale causando ovviamente ripercussioni sulla percezione di sicurezza dei cittadini e con risvolti negativi sulle attività economiche e produttive.
La denuncia, in tal senso, arriva dal segretario generale regionale del Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (Coisp), Uccio Persia: «La Puglia, come tutto il Paese, è lo specchio della situazione nazionale e risente e riflette ovviamente di un organico ridotto e risicato. La riorganizzazione degli uffici non è bastata a dare un nuovo assetto alla Polizia di Stato che sui territori vede migliaia di uomini e donne in divisa svolgere turni ed orari di servizio massacranti pur di garantire un livello sufficiente di sicurezza, lo stesso di qualche anno fa.
Le assegnazioni spesso non colmano i pensionamenti. Se la provincia di Lecce se la gioca discretamente con i numeri a disposizione, il resto non vale per le altre province. Taranto sotto organico con un hotspot che assorbe personale distolto dall’ordinario controllo del territorio e commissariati depotenziati negli ultimi anni a causa dei pensionamenti. Stessa cosa vale per la provincia di Brindisi. Bari, per esempio, la città capoluogo di regione, solo per l’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico dal 2010 al 2018 ha visto decrescere gli organici di circa 50 unità. Decisamente insufficienti gli organici delle province di Foggia e BAT. Gli impegni presi dal precedente Ministro dell’Interno di 50 uomini alla Questura di Foggia ha di fatto poi visto un incremento di solo 15 unità».
«E che dire della neo nata Questura di Andria? Una vera e propria farsa aggiunge il sindacalista del Coisp - consumata in danno dei poliziotti in servizio sul territorio e di tutti i cittadini».
Ma gli organici non vanno valutati solo dal punto di vista numerico bensì anche dal territorio che li riguarda. La provincia BAT vede convergere, confluire alla criminalità comune e diffusa di tutto il Paese, criminalità di spessore come la mafia cerignolana che viene da molti definita come «l’anello di congiunzione tra fenomeni criminali diversi (mafia garganica, società foggiana, criminalità andriese, bitontina e barese) in molte delle attività illecite che spaziano dalla ricettazione di merci rubate al riciclaggio di automezzi di grossa cilindrata ed ai furti di mezzi agricoli ed autovetture, dalle estorsioni al traffico di stupefacenti e armi fino ai reati predatori, come le rapine ai Tir e gli assalti ai bancomat ed ai portavalori anche fuori regione».
«Se analizziamo quello che è accaduto l’altro ieri a Barletta, un assalto militare all’interno di una popolosa zona della città, non siamo più in emergenza ma siamo oltre. Il nostro auspicio è quello che le attuali forze politiche a cui noi del Coisp facciamo i migliori auguri per una legislatura che duri nel tempo - conclude il segretario generale Uccio Persia - vogliano dare un segnale chiaro al paese e al nostro territorio. Non si può aprire una Questura in un territorio come quello della Bat, ad alta densità criminale e lasciarlo mancare di personale al suo organico».