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Rifiuti speciali, Bari e Modugno dicono no all'impianto di ossido combustione

 
Redazione online

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Bari e la Zona industriale: capannoni abbandonati o favolosi investimenti?

La Zona industriale di Bari

I sindaci Decaro e Bonasia hanno presentato i pareri tecnici negativi ma la struttura ha ricevuto l'ok degli uffici regionali

Giovedì 27 Ottobre 2022, 17:31

BARI - I Comuni di Bari e Modugno ribadiscono il loro «no» all’impianto di ossido combustione dei rifiuti speciali, previsto nella zona industriale di Bari e proposto da Newo spa. La struttura ha ricevuto l’ok dagli uffici regionali, ma i Comuni si oppongono.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Consiglio di Stato lo scorso luglio, ribaltando la sentenza con la quale nel dicembre 2021 il Tar aveva annullato il primo via libera della Regione. Questa mattina il sindaco di Bari Antonio Decaro e il sindaco di Modugno Nicola Bonasia hanno depositato personalmente, presso il dipartimento regionale Mobilità e Qualità urbana, Opere pubbliche, Ecologia e Paesaggio, i pareri tecnici dei rispettivi Comuni che confermano il responso negativo dei due enti.

«Il Comune di Bari - viene spiegato in una nota - ha chiarito in merito a questa vicenda che la propria posizione, decisamente negativa, non è fondata su ragioni pregiudiziali ma supportata da una serie di osservazioni». Tra queste: «Non risultano completati gli esami sui possibili impatti sanitari dell’insediamento industriale NewO, la cui tecnologia è stata sperimentata in scala molto piccola con esiti già oggetto di rilievi critici da parte di Arpa», sostiene il Comune di Bari.

E ancora: «L'impianto, non previsto nel Piano dei rifiuti regionale, non potrà accogliere rifiuti solidi urbani provenienti dal territorio regionale e, diversamente da quanto asserito dagli uffici regionali, non potrà contribuire a chiudere il ciclo dei rifiuti pugliesi. Esso, pertanto, potrà servire solo ad attrarre una massa ingente di rifiuti speciali provenienti da altre regioni. Al contrario, l'iniziativa industriale avrebbe già ricevuto una prima ammissibilità a un consistente finanziamento regionale su fondi comunitari, nel presupposto che invece l’impianto dovrebbe supportare il ciclo dei rifiuti urbani regionali. Ciò costituisce una grave contraddizione che gli uffici regionali non hanno mai chiarito, nonostante le numerose diffide inviate dal Comune di Bari».

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