Se la protesta degli autotrasportatori (a Taranto) pesa sull'economia nazionale. Lo rivelano gli ultimi dati della borsa di Milano. Prevale infatti il nervosismo sugli indici europei dopo il dato deludente sugli ordini di fabbrica in Germania a luglio. In calo anche la fiducia dei direttori acquisti (Pmi) dell’edilizia in Germania da 43,7 a 42,6 punti. Atteso anche l’analogo dato del Regno Unito insieme alla fiducia dei consumatori in Spagna. Positivi i futures Usa in vista dell’indice Pmi composito e degli indici Ism dei diversi settori: manifatturiero e non manifatturiero. Milano cede lo 0,35% e Parigi lo 0,13%. Invariate Francoforte e Madrid, in lieve rialzo Londra (+0,16%).
Veniamo all'«effetto Taranto». Alla Borsa di Milano le quotazioni del greggio pesano sui petroliferi, in particolare su Eni (-2,29%), frenata anche dalla la protesta degli autrasportatori che hanno bloccato gli ingressi della raffineria di Taranto. Cedono anche Bp (-1,8%), Shell (-1,5%) e TotaleEnergies (-1,35%). Sprint di Commerzbank (+2,47%), seguita da Barclays (+1,65%) e Natwest (+1,6%). Più cauta Intesa (+0,4%) in Piazza Affari, dove cedono Banco Bpm (-0,24%), Bper (-0,47%) e Unicredit (-0,49%). Stabile a 238,7 punti il differenziale tra Btp e Bunbd decennali tedeschi, mentre il rendimento annuo italiano cede 0,1 punti base al 3,927%. Numeri negativi dai quali emerge il segno «rosso» per l'Ente Nazionale Idrocarburi che in una delle sue raffinerie, a Taranto, mostra uno stato di agitazione per via della protesta dei tir sull'appalto dell'indotto, che hanno messo in ginocchio la distribuzione della benzina nell'intera provincia jonica.