Il futuro di Massimo Cassano nel ruolo di dg Arpal Puglia è nuovamente all’attenzione del Consiglio regionale o, meglio, lo sarà se e quando verrà fissata una seduta per esaminare l’assetto societario dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro, con la proposta di riforma ovvero l’azzeramento dell’attuale organizzazione e la creazione di un cda. Riforma che, di fatto, sancirebbe la conclusione dell’esperienza di Cassano. Il pallino è nelle mani del governatore Michele Emiliano al quale, nelle scorse ore, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone ha scritto, recependo la richiesta di convocazione presentata dai consiglieri Pd Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea, con Antonio Tutolo del Gruppo misto.
Lo scorso 28 luglio, la discussione della riforma era stata rinviata, tra le feroci polemiche sollevate da Amati e un durissimo botta e risposta con lo stesso Cassano che, però, in queste settimane ha stretto un accordo elettorale con il Terzo polo, che lo ha candidato nel collegio plurinominale della Camera Molfetta-Bari, alle spalle di Mara Carfagna. Per forza di cose, questo cambio di schieramento operato dall’ex sottosegretario ha sancito la fine dell’intesa con Emiliano. Il momento deve essere dunque parso particolarmente adeguato ai consiglieri regionali sostenitori della riforma per chiedere a Capone, e quindi al governatore, di riportare la questione in aula. E un’altra dura polemica che, questa volta, ha visto come protagonisti il commissario regionale dem Francesco Boccia e il ministro per il Sud Mara Carfagna che, dopo l’addio a Fi, è approdata in casa Calenda-Renzi, per la quale è stata candidata – capolista – nei quattro listini camerali pugliesi. Carfagna aveva definito Boccia «protettore del feudo di Michele Emiliano», attacco che l’ex ministro per gli Affari regionali del governo Conte non ha buttato giù, spiegando che «non è una questione di feudi o castelli. Questa è una semplice vicenda di rappresentanza e conoscenza territoriale alla quale è totalmente estranea essendo una campana che vive a Roma. E per capire la Puglia, si è messa nelle mani del trasformista Cassano e del gilet giallo Stellato» ha aggiunto, riferendosi, anche al consigliere regionale eletto con i Popolari. «Da parlamentare e candidato pugliese di Azione sono onorato che il ministro del Sud Carfagna abbia scelto di candidarsi in Puglia» ha quindi chiosato il parlamentare uscente di Azione, Nunzio Angiola, candidato nel listino del Senato. Che, per i calendiani, è guidato dalla fedelissima renziana Teresa Bellanova, anche lei protagonista di una polemica social sulla doppia candidatura (è in corsa anche in Sicilia).
«Io reclamare posti in lista? Direi il contrario – ha precisato - dal momento che ho voluto rinunciare alla capolistatura per il Senato in Sicilia 2 perché profondamente convinta della necessità di lasciare spazio a un’altra donna. Fare incetta di candidature non è nel mio stile, per cui ho scelto di misurarmi nella mia terra, la Puglia, e in Sicilia esclusivamente nel Collegio 01».
Sulla questione insorgono quattro consiglieri regionali
Sulla riforma societaria dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro in Puglia (Arpal) e la conseguente decadenza dell’ex sottosegretario al Lavoro, Massimo Cassano, dal ruolo di direttore generale ci sono ancora frizioni nella maggioranza di centrosinistra pugliese. Quattro consiglieri, Fabiano Amati, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea, tutti e tre del Pd, e Antonio Tutolo (Misto), lamentano di non aver ricevuto ancora nessuna risposta sulla richiesta di portare in Consiglio al più presto la riforma Arpal. «Siamo dispiaciuti e per questo abbiamo scritto ancora alla presidente Loredana Capone» annunciano.