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«Università russe? Non caccio chi fa ricerca con merito»

 
Leonardo Petrocelli

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Leonardo Petrocelli

Il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini

Il rettore Stefano Bronzini

Il rettore dell'UniBa Stefano Bronzini frena dopo la decisione della Normale di Pisa di fermare le collaborazioni

Giovedì 10 Marzo 2022, 12:02

BARI - Stop ad ogni collaborazione istituzionale ed agli accordi con le università russe i cui rettori hanno sottoscritto un documento in cui avallano l’invasione dell’Ucraina: l’Università Normale di Pisa sposa in pieno la decisione dell’Associazione delle università europee (Eua) la quale ha sospeso 12 università russe dopo le dichiarazioni a favore della guerra in Ucraina fatte dai loro rettori.

Il tema, ora, cade a cascata su tutti gli atenei italiani. Il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, sceglie la via della prudenza: «Ho letto il documento firmato dai rettori russi - spiega - ma, per quanto esso risulti discutibile, bisogna fare attenzione a non confondere le dichiarazioni dei rettori con le attività dei singoli docenti. Non è il momento di respingere tutto ciò che è russo ma, anzi, è ora di allargare il dialogo senza confusioni. Diversamente - conclude Bronzini - quando parla Putin dovremmo presumere che tutti i russi siano responsabili di ciò che dice. Non è così. Se c’è un docente che svolge una attività di ricerca meritoria sul nostro territorio io non lo rispedisco a Mosca».

Pisa non è la sola a scegliere questa strada dopo che ieri il primo a condannare la presa di posizione di alcuni atenei russi era stato il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari. Nei prossimi giorni, si apprende, i rettori degli atenei italiani potrebbero prendere una posizione comune sulla vicenda ma intanto il mondo accademico si muove: dopo la Normale anche l’Università degli studi di Trento ha deciso di sospendere le collaborazioni con istituzioni legate al governo russo. È la prima volta che l’università assume un provvedimento simile ed agli studenti trentini che si trovano in Russia è stato suggerito di ritornare al più presto in Italia.

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