In Puglia e Basilicata
editoria
14 Luglio 2021
Redazione online
Bari - Si terrà venerdì 16 luglio alle 11 la riunione del Comitato monitoraggio sistema economico produttivo della Regione Puglia dedicata alla vicenda Gazzetta del Mezzogiorno. All'incontro partecipano i curatori fallimentari della Edisud spa e della Mediterranea spa, i vertici della società editrice Ledi srl e le organizzazioni sindacali dei giornalisti e dei poligrafici.
Delle numerose riunioni istituzionali sulle sorti della Gazzetta del Mezzogiorno, quella di venerdì appare tra le più delicate, a circa tre anni dall'esplosione del caso Gazzetta. Il 24 settembre 2018, infatti, i magistrati di Catania disponevano la confisca dei beni, in base alla normativa antimafia, dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo (all'epoca proprietario della Mediterranea, proprietaria della testata La Gazzetta del Mezzogiorno, e della Edisud, società editrice della Gazzetta). Il giornale è stato affidato per circa due anni alla gestione commissariale prima che l'editore Walter Mainetti annunciasse una procedura concorsuale per rilevare la testata, concordato poi ritirato.
Nel frattempo, i beni confiscati vengono restituiti a Ciancio Sanfilippo che ha ripreso nelle mani tutte le sue società tranne Edisud e Mediterranea per le quali, nel giugno 2020, viene dichiarato il fallimento (a chiederlo, la Procura barese). La Gazzetta passa dunque nelle mani di un'altra gestione pubblica, oltre tutto doppia: da una parte la curatela di Edisud, dall'altra quella di Mediterranea.
Nel novembre scorso, tuttavia, i curatori fallimentari di Edisud (gli editori di fatto) annunciano di non poter sostenere oltre l'esercizio provvisorio della società (a causa di un problema di liquidità). A scongiurare la sospensione delle pubblicazione, giunge a metà novembre una richiesta di affitto della Edisud spa da parte della Ledi del Gruppo Ladisa, che avvia un processo di risanamento dei conti aziendali e una procedura di concordato fallimentare.
Il contratto di affitto di Edisud scade il 31 luglio prossimo, tra due settimane. Se per quella data il concordato fallimentare non dovesse andare in porto, il rischio è la cessazione delle pubblicazioni, la perdita di circa 200 posti di lavoro e la fine di una delle più autorevoli e antiche voci delle comunità del Mezzogiorno.
Il Comitato per il monitoraggio delle situazioni di crisi, presieduto da Leo Caroli, si riunisce venerdì per valutare lo stato dei fatti.
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