Da giocatore, per lui la maglia azzurra è stata come una seconda pelle, avendola indossata per 330 volte, vincendo tantissimo. Ora Fefè De Giorgi, 60 anni il prossimo 10 ottobre, salentino doc, della Nazionale è il nuovo commissario tecnico. Succederà a Gianlorenzo Blengini dopo le Olimpiadi ed esordirà guidando la squadra al campionato europeo.
«Va programmata ogni cosa - dice -. Una volta terminata la Nations League, gli atleti che ne fanno parte e che non saranno convocati per Tokyo, unitamente ad altri giovani che voglio vedere all’opera, saranno convocati per lavorare con me ed il mio staff. Ho bisogno di vederli all’opera in allenamento, quotidianamente. Tra la fine dei giochi e l’inizio del torneo continentale ci sarà pochissimo tempo a disposizione e dobbiamo farci trovare pronti. Le Olimpiadi le seguirò in tv perché, a causa della pandemia, sarà impossibile essere presente dal vivo».
Lei ha sempre pensato alla panchina della Nazionale?
«Da ragazzino, quando ho deciso di dedicarmi alla pallavolo, sognavo di arrivare in maglia azzurra come giocatore. È la speranza di tutti i bimbi. L’ho realizzata. Da quando ho iniziato ad allenare ho sempre avuto il desiderio di guidare la Nazionale, ma ritengo che sia così per chiunque intraprenda questa strada. In passato, il mio nome è stato spesso tirato in ballo, ma ci sono stati solo dei sondaggi. Questa volta ho capito subito che potesse essere la volta giusta. Per me è un orgoglio avere questa opportunità».
Sommando i suoi successi da atleta a quelli ottenuti da tecnico lei è tra gli sportivi più vincenti al mondo. Ci pensa mai?
«Per chi ambisce a nuovi traguardi, per chi vuole provare a restare sempre al vertice, per chi intende provare a primeggiare ancora, deve esistere solo il prossimo obiettivo. Ciò che si è raggiunto non conta».
Archiviate le Olimpiadi, alcuni uomini lasceranno la Nazionale. Cosa rappresenta essere al timone in un momento che si preannuncia di ricambio generazionale?
«Uno stimolo ed una sfida in più a dare il massimo per permettere all’Italia di confermarsi ai livelli che le competono. Tra l’altro, non ripartirò da zero perché molti giocatori faranno ancora parte del team. Inoltre, alle loro spalle sta crescendo una generazione che chiede spazio e che ha voglia di sacrificarsi per emergere. Costruiremo in vista delle Olimpiadi del 2024».
Un pugliese, Giuseppe Manfredi, alla guida della Federazione. Un pugliese alla guida della Nazionale maschile...
«Il movimento della nostra regione è fra i più importanti d’Italia. Il volley pugliese ha una grande tradizione e può contare su un enorme serbatoio di passione e entusiasmo».