Bari - La pandemia Covid ha contratto l'attività economia della Puglia dell’8% nel 2020, leggermente meglio della media nazionale pari al 9% e ridotto, nel 2020, del 10,2% le ore complessive lavorate e, nonostante il blocco dei licenziamenti a livello nazionale, il numero di occupati è calato di 13mila unità, -1% rispetto al -2% della media nazionale. E’ quanto si legge nel report «L'Economia della Puglia» realizzato dalla sede pugliese di Banca d’Italia e presentata oggi in conferenza stampa dal direttore generale Pietro Sambati.
«La crisi generata dalla pandemia Covid - si legge - ha avuto pesanti ripercussioni sull'economia pugliese. Secondo l’indicatore trimestrale delle economie regionali (ITER) sviluppato dalla Banca d’Italia, l'attività economica si sarebbe contratta di circa l’8% nel 2020, in misura lievemente più contenuta rispetto alla media nazionale».
Nel dettaglio, i principali indicatori di attività dicono che le esportazioni nel 2020 hanno avuto una contrazione del 9,4% rispetto al 2019; il valore aggiunto dell’industria è calato del 10,7%; il valore aggiunto delle costruzioni registra un -6,2%; le compravendite immobiliari sono diminuite del 7,6%; in calo anche il valore prodotto dai servizi, -7,9%; perde anche l'agricoltura, -7,1%. Non si salva nemmeno il turismo, nonostante un recupero nel periodo estivo il saldo finale è di un calo del 34,4% delle presenze rispetto al 2019.
«Le vendite delle imprese industriali pugliesi - si legge nella relazione di Bankitalia - sono risultate in forte calo in tutti i comparti, ad eccezione che nell’alimentare e nelle utilities. Un andamento particolarmente negativo è stato registrato nel siderurgico ed è riconducibile principalmente allo stabilimento ex-Ilva di Taranto. Le esportazioni sono calate notevolmente (-9,4% a prezzi correnti), ma la dinamica è migliorata sul finire dell’anno. Il valore aggiunto è diminuito anche nelle costruzioni (-6,2%), risentendo del forte calo delle compravendite nel primo semestre del 2020 (-23% rispetto allo stesso periodo del 2019), e nei servizi (-7,9% includendo anche quelli finanziari e pubblici). Nel terziario un andamento particolarmente negativo è stato registrato nei comparti legati al turismo e alla ristorazione».
Sempre nel report si legge che nel 2020 i finanziamenti all’economia pugliese hanno accelerato, +3,8% a dicembre dall’1,8% di un anno prima, sostenuti soprattutto dai provvedimenti di sostegno al credito. Alla fine dello scorso anno i prestiti bancari erogati al settore produttivo hanno fatto registrare una crescita del 7,6%, che si è intensificata nel primo trimestre del 2021 (+9,6%).
A marzo del 2021, in base a dati preliminari, l’aumento è proseguito a un ritmo più intenso rispetto alla fine del 2020, +5,8%. Nel 2020 l’aumento è risultato più intenso per i finanziamenti erogati alle imprese più piccole rispetto a quelle di maggiori dimensioni (rispettivamente 11,2% e 6,2%).