FOGGIA - Clima da Tangentopoli, toni politici accesi e cittadinanza disorientata: l’arresto del sindaco Franco Landella segna la fine di una stagione e allo stesso tempo apre i giochi per la composizione dei fronti che si sfideranno nelle prossime amministrative, in una campagna elettorale temporalmente al momento indecifrabile (la commissione d’accesso nominata dal Prefetto è ancora al lavoro), ma di sicuro caratterizzata da una contrapposizione velenosa e da forti accenti giustizialisti. Le urne? Potrebbero essere in autunno o più verosimilmente alla fine di un eventuale commissariamento.
Raffaele Piemontese, vicepresidente della giunta regionale e uomo forte del Pd di Capitanata, chiede un cambio di passo rilevante: «Mi auguro che si possa scrivere una pagina nuova per Foggia, una grande città del Sud, che purtroppo negli ultimi temi tranne per alcuni casi, è sui media nazionali per cose negative. Quando si voterà? Al momento si dovrebbe votare a ottobre. Noi da tempo chiediamo venga data la parola ai cittadini, ma aspettiamo la verifica della commissione sulle infiltrazioni mafiose. Mi auguro che si riesca a mettere su un fronte largo che abbia come obiettivo principale quello di cambiare totalmente le logiche di governo dell'amministrazione. Non è una questione di colori politici: ci vuole una sterzata».
Rosa Barone, assessore regionale al Welfare del M5S, si appella ai cittadini: «Ora non potranno girare la testa dall’altra parte».
Il ragionamento della grillina sembra prefigurare l’avvio di un nuovo percorso legalitario, guidato proprio dai 5S, ma l’interpretazione autentica è differente: «Il problema è la politica foggiana nel complesso. Ora spero che chi deve pagare, paghi, lasciando la politica perché non è degno di rappresentare la nostra cittadinanza». C’è già l’ipotesi Barone-candidato sindaco? «Per le regole del Movimento non posso lasciare l’incarico che ricopro. Sul futuro amministrativo - conclude l’assessore - è evidente che si va verso un commissariamento di due anni, nei quali si dovrà ragionare a fondo sulle ragioni della crisi. Siamo contenti che ci sia pulizia e un cambiamento radicale. Vedo voglia di riscatto, ma non basta». E una riproposizione dello schema giallorosso (in auge alla Regione) non sembra al momento sul tavolo.
Nel centrodestra la posizione della Lega è una cesura rispetto all’epilogo landelliano: «L'indagine che ha coinvolto il sindaco e alcuni consiglieri comunali di maggioranza deve far riflettere, imponendo a tutti grande senso di responsabilità e soprattutto, come ha chiesto il procuratore, la collaborazione più diffusa alla ricostruzione della verità». Il senatore Roberto Marti e il coordinatore salviniano Daniele Cusmai pensano già al dopo: «Il nostro lavoro per Foggia proseguirà con maggiore forza tra la gente, nelle strade e nelle piazze per costruire una città migliore e offrire ai cittadini una nuova squadra preparata e vincente. Noi ci eravamo già espressi con forza nelle scorse settimane, chiedendo al sindaco e ai consiglieri le dimissioni, perché era impossibile proseguire l'attività amministrativa».
Dura la disamina di Mauro D’Attis, deputato e coordinatore regionale di Fi: «L’amministrazione era già finita e gli azzurri non avrebbero partecipato a nuove giunte». Poi una considerazione puntuta: «Il caso Foggia non riguarda solo il centrodestra ma tutta la politica dal momento che più di qualcuno di quelli coinvolti nell’inchiesta aveva sostenuto il governatore Michele Emiliano. Bisogna riflettere sulla permeabilità dell’amministrazione. Noi lavoreremo per una proposta con forti antidoti rispetto al malaffare ma anche alle volubilità di chi si mette sul “mercato”. E su quel “mercato” nelle ultime regionali il protagonista è stato Emiliano».
«Ci vorrà una operazione di bonifica»: taglia corto Galeazzo Bignami, deputato e commissario di Fdi nella provincia di Foggia su delega di Giorgia Meloni. «Il quadro - chiarisce ancora - è stato gli occhi di tutti. Fdi aveva già sancito la netta distanza dall’amministrazione Landella con espulsioni e dimissioni dei nostri esponenti nelle partecipate. L’azione di questura, procura e prefettura dimostra che c’è una architettura solida che attiva gli anticorpi e noi dobbiamo partire da questa forza per costruire il futuro di Foggia». La tempistica? «L’orizzonte non sarà breve, e questo periodo deve essere colto come una opportunità per realizzare una operazione di pulizia in primis e di selezione di personale qualificato per il buon governo della destra», conclude Bignami.