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Carrera al capolinea: il Bari richiama Auteri

 
Antonello Raimondo

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Antonello Raimondo

Bari, la giostra dei gol e la filosofia di Auteri

foto Luca Turi

L'illusione del grande rilancio, poi il calo e la caduta libera

Martedì 20 Aprile 2021, 10:40

Una caduta rumorosa. Un fallimento inimmaginabile nonostante la complessità del momento e della situazione. L’esonero di Massimo Carrera è l’ennesimo colpo alle ambizioni di una Bari che sta facendo il callo alla mediocrità. Va via l’uomo che avrebbe dovuto «normalizzare» una squadra che andava man mano spegnendosi dopo i primi scricchiolii della gestione Auteri. La scelta di puntare su un uomo di «peso» era parsa abbastanza ispirata. Lo storico secondo di Antonio Conte prima alla Juve e poi in Nazionale prima della decisione di tentare, con successo, l’esperienza da primo in Russia (scudetto al primo tentativo). Sembrava sufficiente per ridare energia a un gruppo in fase calante. Invece non ha funzionato praticamente nulla. Quattro risultati utili consecutivi, cominciando dalla sofferta e anche un po’ fortunosa vittoria all’esordio contro il Monopoli e passando poi per le affermazioni sul Foggia in inferiorità numerica e a Castellammare, forse l’unica prestazione realmente consistente a mezza strada tra equilibrio e capacità di valorizzare l’attacco. Non partite memorabili, certo. Ma che portarono in dote un bel pieno di entusiasmo. Tra squadra e città, un feeeling esploso in men che non si dica. Carrera regalava tranquillità dall’alto di un credibile passato in biancorosso. E ai tifosi bastava che la squadra fosse capace di far punti per giocarsi fino in fondo il sogno della promozione diretta. Sembrava la strada giusta. Ma era un’illusione. La partita al «San Nicola» contro il Potenza il vero spartiacque. Nel momento in cui sarebbe servito pigiare il piede sull’acceleratore il Bari crolla nel peggiore dei modi giocando una partita di una gelida pochezza. Col dopo partita che ripropose un vecchio refrain: «squadra poco concentrata, condizionata dalla presunzione di essere più forte dell’avversario». Non sappiamo se Carrera sapesse, al momento di pronunciare quelle parole, che una cosa simile l’aveva detta anche Auteri commentando un’altra squallida prestazione, a Foggia: «Qui c’è qualcuno che non ha capito dove siamo». E cioè, in serie C. Roba da brividi se pensiamo a quanto costa, giornalmente, il Bari. Davvero troppo per poterlo accettare senza irrigidire la mascella. Sta di fatto che da lì è cominciato un altro mezzo calvario. Prestazioni sempre più scadenti sul piano tecnico, squadra ancora priva di un credibile «vestito» tattico, una pochezza caratteriale da far venire la pelle d’oca. Carrera ha cambiato tanto e spesso. Interpreti e sistemi di gioco, alla disperata ricerca di una quadratura del cerchio che non è mai arrivata. Il Bari non ha mai avuto un «timbro», la sua mano non è mai stata realmente visibile. A lui questo viene contestato. Sostanzialmente non è stato nemmeno risolto il problema di uno spogliatoio mai raccolto dentro un’unica anima. La speranza è che Carrera abbia davvero grosse responsabilità. Perché se così non fosse si sta per andare incontro al più brutto mese di maggio della storia biancorossa. Torna Auteri, l’uomo dagli occhi siciliani che si spera abbia fatto tesoro degli errori commessi nei primi mesi di stagione. Ha la grande occasione di dimostrare che sul suo conto la famiglia De Laurentiis ha sbagliato valutazione. Torna, forse, perché è ancora a libro paga più che per reale convinzione, chissà. Può vincere il pregiudizio di chi l’ha sempre ritenuto un allenatore «non da Bari». Ma ha una sola possibilità. Riattaccare la spina e salire sul ponte come fanno i comandanti veri. Autoritario, ma prim’ancora autorevole. Avrà bisogno dell’aiuto dei calciatori, certo. In campo vanno loro, occhio a non dimenticarlo. E allora in bocca al lupo, mister. Che sia davvero la volta buona.

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