Mercoledì 10 Settembre 2025 | 01:36

Segreti Nato venduti ai russi: arrestato ufficiale della Marina militare per spionaggio

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Segreti Nato venduti ai russi: arrestato ufficiale della Marina militare per spionaggio

Walter Biot, il capitano di fregata arrestato, ha svolto incarichi anche in Puglia, a Taranto

Giovedì 01 Aprile 2021, 10:37

Era vicino alla fine della carriera, cominciata molto presto e passata anche per incarichi in Puglia, a Taranto, Walter Biot, il capitano di fregata della Marina militare arrestato per spionaggio. Un’accusa che ha lasciato increduli i tanti che lo conoscevano.

Il suo attuale incarico era al terzo reparto dello Stato maggiore della Difesa, ufficio Politica militare e pianificazione. Un settore delicato, ai più alti livelli dello strumento militare. Lo staff di quell’ufficio, infatti, concorre a formare le direttive politiche in tema di sicurezza e difesa e poi le traduce in direttive tecnico-militari. Non solo, tra gli altri compiti ha anche quello di gestire le relazioni internazionali riconducibili al capo di Stato maggiore della Difesa e di elaborare le linee d’azione in materia di distensione e disarmo, oltre a fornire consulenza nelle trattative internazionali di interesse militare. Insomma, tanti dossier scottanti.

Biot, 56 anni, aveva intrapreso da ragazzo la carriera militare in Marina ed era diventato sottufficiale. Poi, con un concorso interno, il passaggio tra gli ufficiali. Proprio da ufficiale del «ruolo speciale» si è qualificato «guida caccia»: in gergo tecnico, quei militari addetti alle operazioni aeree nelle loro varie forme, dalla gestione radar al controllo e alla guida, appunto, dei caccia intercettori. Per molti anni - proprio in seguito a questa sua specializzazione - è stato imbarcato, prima su cacciatorpedinieri poi sulla portaerei Garibaldi.

Nel 2010 è passato allo Stato maggiore della Marina militare, presso l’ufficio stampa. Intorno al 2016 è transitato al Gabinetto del ministro della Difesa, occupandosi di cerimoniale, comunicazione e relazioni esterne. Dopo un paio di anni, nel 2018, il passaggio allo Stato maggiore della Difesa, all’ufficio Politica militare. Sposato, Biot vive vicino a Roma ed ha quattro figli. Negli ultimi anni, sembra, aveva seri problemi familiari. Domani verrà interrogato e sarà quello il momento in cui l’ufficiale - di cui in queste ore chi lo conosce sottolinea la correttezza sempre dimostrata - darà la sua versione dei fatti.

ALTA TENSIONE ITALIA-RUSSIA - OMA Una storia di spie da manuale dei tempi della Guerra Fredda, senza tante diavolerie informatiche, semplicemente informazioni segrete in cambio di soldi. È l’ultimo eclatante episodio di spionaggio messo in atto dal Cremlino in un Paese europeo, che rischia in questo caso di inasprire le relazioni tra Italia e Russia, quando Roma ha fin qui sempre sostenuto la linea del dialogo con Mosca anche di fronte a quei consessi internazionali che invece vorrebbero isolare Vladimir Putin.

La trama della spy story è delle più classiche: un ufficiale della Marina italiana, Walter Biot, è stato fermato martedì sera mentre consegnava documenti classificati relativi alle telecomunicazioni militari, sensibili per la sicurezza nazionale e della Nato, a un funzionario dell’addetto militare dell’ambasciata russa a Roma. Dopo lunghi pedinamenti da parte del controspionaggio italiano, i due sono stati fermati, al buio di un parcheggio della capitale, mentre l’uno consegnava una pen drive e l’altro 5.000 euro divisi in piccole scatole. Arrestato con l’accusa di spionaggio politico e militare, il capitano di fregata Biot rischia una condanna da 20 anni all’ergastolo.

«Un atto ostile di estrema gravità», l’ha definito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che appena venuta alla luce la vicenda ha fatto convocare l’ambasciatore russo Sergey Razov alla Farnesina, dove il segretario generale Elisabetta Belloni gli ha comunicato la «ferma protesta» del governo italiano e la decisione di espellere due funzionari della sede diplomatica di via Gaeta. Quanto avvenuto è «inaccettabile e ci saranno conseguenze», ha aggiunto poi Di Maio in Senato, pur ribadendo che «con gli attori internazionali serve un canale di comunicazione, per non favorire un’escalation che non vuole nessuno».

Dal canto suo, l’ambasciatore ha espresso «rammarico» per l’espulsione dei due funzionari, auspicando allo stesso tempo che «l’accaduto non si rifletta sui rapporti italo-russi». Lo stesso auspicio è stato espresso dal Cremlino, anche se non manca a Mosca chi minaccia una «reazione simmetrica». Per il presidente della commissione Esteri della Duma, Leonid Slutsky, quello di Roma è stato «un gesto estremo», destinato a segnare «un’impronta negativa» sui rapporti bilaterali e che dimostra come ormai «la spio-mania sia arrivata anche in Italia».

Il riferimento è alle molteplici accuse di spionaggio avanzate dall’Occidente - dagli Usa alla Gran Bretagna - nei confronti della Russia, che al contrario denuncia come un’ossessione euro-atlantica. Ancora ai ferri corti con Mosca per i casi Litvinenko e Skripal - gli ex agenti russi che secondo Londra furono avvelenati, il primo mortalmente, su suolo britannico dalla lunga mano dei servizi segreti del Cremlino -, il governo del Regno Unito si è infatti subito schierato al fianco dell’Italia contro «l’attività maligna e destabilizzante della Russia, che mira a minare un alleato della Nato», ha twittato il ministro degli Esteri, Dominic Raab.

Mentre è recentissima, del 22 marzo scorso, l’espulsione di due diplomatici russi dalla Bulgaria dopo l’arresto di 6 persone sospettate di spiare per Mosca, tra cui dirigenti del ministero della Difesa di Sofia che avevano accesso a documenti classificati riguardanti la Bulgaria, la Nato e l’Ue. Il copione è lo stesso: secondo gli inquirenti, le informazioni venivano trasmesse dietro compenso a funzionari dell’ambasciata russa a Sofia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)