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Parola di Massimo Cacciari: diarchia Mattarella-Draghi

 
Roberto Calpista

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Roberto Calpista

Parola di Massimo Cacciari: diarchia Mattarella-Draghi

Il professore: «Decideranno tutto loro, ministri e sottosegretari non contano niente»

Martedì 02 Marzo 2021, 11:37

Professore Massimo Cacciari (filosofo e politico) conosce Mario Draghi? Che ne pensa?
Non lo conosco, ma a prescindere da quel che penso io, che conta meno del due di merda quando si va a bastoni, quel che è Draghi lo dimostra la sua storia autorevole: da presidente della Bce ha salvato la nostra baracca, ha la fiducia dei mercati, è ascoltato da tutti i leader europei. Farà quel che può fare con questo governo. Ma di certo non le grandi riforme: non si fa la guerra con i tecnici.

Ha saputo? Draghi ha praticamente cacciato Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid su cui puntava molto il precedente premier...
Era ora. La gestione della pandemia, sia tecnica che comunicativa è stata infausta e deleteria. Speriamo si cambi marcia.

A proposito del decisionismo del premier. Sarà lui a sostituire Mattarella al Quirinale?
È difficile pensare una carriera diversa per Mario Draghi, non mi pare ci sia altra via. Questa maggioranza non può convergere su altri nomi.

Sì, ma quando? Il prossimo anno o a fine legislatura?
Cambia poco. Può darsi che ci sia una rielezione «a tempo» di Mattarella per dare un anno in più al governo, ma l’esito sarà sempre lo stesso, naturalmente a meno di sconquassi particolari.

Nel frattempo i 5Stelle, con Grillo, si affidano a Conte. La mossa la convince?
Sembra si vada in quella direzione con la speranza, tra i 5Stelle, che alle politiche con Conte si possa ottenere un risultato migliore di quello del Pd e quindi riproporlo come premier. Del resto se i democratici continuano a non dare segni della propria esistenza, lo scenario non è nemmeno tanto improbabile. Conte del resto è abile, tipico rappresentante del trasformismo italiano. I grillini non possono che aggrapparsi a lui, non hanno alternative.

Conte ha il merito di aver portato i miliardi del Recovery in Italia?
Ma no, i soldi sarebbero arrivati comunque, nonostante ci siamo presentati con un programma del cavolo. Non a caso Draghi ora lo sta riscrivendo punto per punto. Il merito del Recovery è legato ai rapporti di stima e di amicizia tra Draghi e le massime autorità europee e a una buona disposizione delle cancellerie nei confronti dell’Italia che con Draghi è moltiplicata per 100.

Della squadra, ministri e sottosegretari del nuovo governo che ne pensa?
Non me ne frega niente. Il governo è Draghi più 4-5 nomi della baracca economica. Con i sottosegretari abbiamo assistito all’ennesimo spettacolo miserabile, ma tanto non contano niente.

Secondo lei, professore, chi è il leader politico più di peso in questo governo?
Non ce ne sono. Draghi e Mattarella decideranno da soli, nella consapevolezza dei propri limiti per esempio sule grandi riforme. Con questa maggioranza se ne parla solo perché la retorica vuole così.

I 5Stelle con Grillo-Conte riusciranno a rifondarsi?
E dove dovevano andare a parare? Mica potevano tornare al «vaffa...». Hanno gestito intelligentemente questa fase e con Conte possono andare lontano, rubando consensi dall’area del Pd e anche qualcosa dal centrodestra. Senza Conte, come ho già detto, sarebbero spariti.

Ora in Europa vogliono aderire al Pse. Condivide questo percorso?
La domanda è seria, ma come posso rispondere seriamente? Ma vuole che Di Maio e il comico Grillo sappiano qualcosa di socialismo, la storia dell’Internazionale socialista. È una mossa politica e tutto sommato è positivo che la facciano. È l’unica carta per tentare di non far vincere Salvini e Meloni.

Nel frattempo nel Pd è in atto l’ennesima guerra per fazioni. La preoccupa?
Il Pd è incredibile. È un anno che non appare. Nel partito si parla di tutti ma non di se stessi. Sappiamo di Berlusconi, Grillo, Conte, Draghi. Non una proposta, va bene il Conte ter, poi no meglio Draghi. Se non ci fosse evviva Franceschini. Non si dimostra governabilità e responsabilità dicendo sempre «ottimo il rancio», ma è vero l’opposto, avere idee e strategie e poi fare i compromessi. Qui invece si parte dai compromessi.

Pd e 5Stelle in Puglia sono nella stessa maggioranza di Michele Emiliano. È la stretegia giusta?
È una via obbligata per cercare di vincere le elezioni, partendo dai territori. Pd e 5Stelle andrebbero, in caso contrario, a un disfatta certa.

Anche il centrodestra appare confuso in questa fase?
Ma no, anzi si stanno organizzando benino. A sinistra da decenni non capiscono un caz.. di niente. negli anni ‘90 con Occhetto e gli altri non hanno capito della discesa di Berlusconi in campo. Nel centrodestra si stanno dividendo per colpire uniti, come hanno sempre ragionato: Salvini e Giorgetti raccolgono soprattutto il malumore del Nord, la Meloni la protesta del Sud, il resto a Berlusconi.

Cacciari, si è vaccinato contro il Covid? Lo farà?
Quando mi chiameranno, quando qualcuno mi dirà dove e quando. Avrei potuto vaccinarmi al San Raffaele, ma è giusto saltare tutti solo perché si conoscono i medici? Piuttosto mi auguro che anche in Italia si parta con un piano vaccinale degno. Abbiamo riso del biondo inglese, l’hanno preso per i fondelli (la parola usata è un’altra, ndr) e quello ora sta dando una lezione al mondo.

Lei ha detto che il Covid privilegia i garantiti e distrugge i precari. Condivide le posizioni «aperturiste» di alcune forze politiche, soprattutto del centrodestra?
Confermo quel che ho detto: è matematica. Soprattutto alcuni settori, il turismo, lo spettacolo, la ristorazione sono falcidiati, con centinaia di migliaia di persone a spasso e disperate. Le aperture perché no, se mirate, fatte bene, con controlli accurati sul rispetto delle norme di distanziamento. Perché un ristorante può aprire a pranzo e non a cena? E il coprifuoco? Non mi risultano grandi affollamenti alle 3 del mattino. È la politica dell’immagine che a me non è mai piaciuta, soprattutto quando limita la libertà a vanvera.

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