Sabato 06 Settembre 2025 | 16:40

L'economista Rossi: «Le riforme pesano più dei fondi europei»

 
Leonardo Petrocelli

Reporter:

Leonardo Petrocelli

Economia: nel 2019-2023 Potenza crescita zero

I miliardi in arrivo: «Costruire il giusto contesto è il modo migliore per far fruttare quelle risorse altrimenti si rischia di invalidare tutto»

Giovedì 18 Febbraio 2021, 11:31

Professor Nicola Rossi, economista di ispirazione liberale, dopo il discorso a Palazzo Madama del presidente Draghi, cosa si aspetta dal nuovo governo?
«Il presidente Draghi ha fatto un discorso programmatico molto denso come non se ne sentivano da anni. Un discorso significativo ed importante, senza affermazioni vuote o di circostanza. L’ordine delle priorità mi sembra chiaro. Ora mi aspetto che quest’ordine venga mantenuto».

Teme che la presenza di così tanti partiti possa rappresentare un ostacolo?
«Dipenderà molto dal comportamento delle singole forze politiche che, mi auguro, interpretino correttamente la straordinarietà del momento che viviamo. È tempo di correre e rimboccarsi le maniche a cominciare dal Recovery Plan».

Ecco, il piano. Sul tavolo c’è la seconda bozza del piano elaborata dal governo Conte bis. Draghi partirà da lì. È d’accordo?
«Siamo oltre la metà di febbraio e al massimo entro aprile il piano dovrà essere sul tavolo della Commissione europea. Non partire da ciò che già stato preparato sarebbe stato innaturale anche perché quel piano è già frutto di un dialogo con l’Ue».

Dove intervenire secondo lei?
«C’è la parte sulla governance ma anche il funzionamento e il monitoraggio dei risultati. Alcune parti sono vaghe, troppo generiche. E poi c’è tutto il capitolo delle riforme preliminari su cui intervenire a cominciare da fisco e giustizia».

Ecco, professore, secondo molti le riforme sono più importanti del Recovery in sé. È d’accordo?
«Le riforme pesano enormemente ma non perché ce lo chiede l’Europa. Pesano perché sono condizioni di contesto in base alla quali le risorse del piano possono diventare a basso, medio o alto rendimento. Dipende tutto da quello: se l’ambiente viene ridisegnato in modo opportuno il Recovery potrebbe funzionare. Diversamente, potrebbe non dare i risultati attesi. E questo non possiamo permettercelo».

Scegliamo una riforma dal mazzo: il fisco. Come bisognerebbe intervenire?
«Draghi è stato impeccabile. Di fatto, ha tenuto una piccola lezione su come si fa una riforma fiscale, tenendo conto del dettato costituzionale ma anche della necessità di ragionare secondo logiche di sistema. Il fisco è una materia complessa».

E dunque?
«E dunque non si può che iniziare dal metodo. Questo è il punto. Il presidente non ha indicato dove andare ma come arrivarci, rimettendosi agli esperti. È la vera novità radicale rispetto a tutti i tentativi di riforma, spesso deplorevoli, ipotizzati o realizzati negli ultimi venti anni».

Capitolo transizione verde con il nuovo ministero dedicato. È davvero una grande opportunità, anche economica, per il Paese e il Mezzogiorno o è solo l’ennesima infatuazione ideologica di qualche partito?
«Sono tra quelli che considerano molto seriamente i rischi ambientali. E poiché si tratta di problemi risolvibili essenzialmente in sede sovranazionale, trovo ragionevole che in Europa la questione venga affrontata. Non è una moda. E penso anche si tratti di un momento di passaggio proficuo perché spesso, dai grandi problemi, nascono opportunità di carattere industriale ed economico non irrilevanti»

Infine, professore, chiudiamo su Mario Draghi e sulla sua identità economica. Molto si è scritto e detto. Secondo lei, parliamo di un liberista?
«Il discorso in Senato non aveva tratti ideologici. Al contrario è stato pragmatico con alcuni punti saldi in riferimento alla politica estera e, come naturale, al rapporto con l’Unione europea. Direi che Draghi non può essere incasellato in questa o quella categoria. Le etichette non servono, andiamo oltre».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)