Buongiorno Brio, ricominciamo dalla Juve. Arrivano altri segnali o il progetto di Pirlo ha ancora pezzi mancanti?
«Le vittorie non sono mai fine a se stesse. Soprattutto quando fanno parte di un piccolo ciclo di risultati posuitivi. È indubbio che la Juve stia tornando».
Contro la Roma, però, s’è visto pochissimo gioco. Concretezza e solidità, sì. E la favola del gioco?
«Calma, ragazzi. Quando sei alla Juve vincere non è mai un dettaglio. E Pirlo lo sa che da lui ci si aspettano risultati, punto. Andrea è un ragazzo intelligente. La Roma è una squadra forte quando ha il pallone e pressarla con troppi rischi poteva rappresentare un problema. Le grandi squadre devono saper cambiare pelle. E la Juve l’ha fatto alla grande».
Può essere l’inizio di un nuovo cambiamento?
«No. Pirlo non rinnegherà la sua filosofia. Anche perché non ha gli uomini giusti per produrre un calcio conservativo. Anche se vedrete che continuerà a cavalcare l’onda dell’equilibrio. Vincere senza un’adeguata fase difensiva è molto più complicato. Lo dice la storia, certo non io».
Lei ha definito Chiellini l’uomo della svolta.
«E lo confermo. Legge il gioco come pochi, ha fisicità e personalità. Quando gioca lui la differenza si vede, eccome».
Il calendario della Juve, però, è da brividi. Domani sera l’Inter in Coppa, poi a Napoli e la Champions contro il Porto. Lei quando lo farebbe riposare?
«Mai. Giorgio ha il mio fisico. E io soffrivo solo quando c’era la sosta. Tra l’altro non ha giocato per parecchi mesi, non saranno un problema sette-otto gare consecutive».
Come vede il ritorno della semifinale tra Juventus e Inter? Pronostico chiuso?
«La Juve ha messo una bella ipoteca ma ci sarà da soffrire. Conte motiverà a dovere la sua squadra. Senza l’Europa puntare solo sul campionato sarebbe pericoloso. E poi Antonio sarà motivato ancora di più. Per lui non è mai una partita uguale alle altre».
L’esito può influenzare anche il campionato?
«Bè, la parte mentale gioca il suo ruolo. Vincere aiuta a vincere. Di certo queste partite possono lasciare qualche scoria».
Il Milan, scavalcato per una notte in vetta, ha risposto presente.
«Il Milan c’è. Non è un bluff. Questo non vuol dire che vincerà il campionato. Ma che sarà in gruppo fino alla fine».
Ibra ha sfondato il muro dei 500 gol.
«Parliamo di alieni. Una macchina pazzesca. Viaggia verso i 40 anni ma classe e motivazioni gli consentono di fare ancora la differenza».
Tra poco meno di due settimane ci sarà il derby di Milano. Un primo, vero snodo scudetto.
«C’è di più. Prima del derby l’Inter sfiderà la Lazio e la Juventus sarà di scena a Napoli. Siamo di fronte a due turni molto delicati. Ma non decisivi, è troppo presto per cominciare ad abbozzare sentenze».
A proposito di Napoli, l’impressione è che piova sul bagnato.
«Gattuso vive da separato in casa, questo ormai è chiaro. Non capisco, però, come si sia arrivati a questa situazione. Stimo molto Rino e credo che abbia fatto un bel lavoro. Forse qualcuno ha dimenticato i numeri della scorsa stagione».
L’Atalanta ha imparato a guardarsi allo specchio?
«Errore imperdonabile. È uscita dalla partita dopo aver segnato tre gol. Pazzesco. Ecco perché non l’ho mai inserita nel lotto delle pretendenti allo scudetto. Complimenti al Toro, ci mancherebbe. Nicola gli ha dato carattere. Ora rimontano sempre, prima era il contrario. Segno di carattere ma con i pareggi non ci si salva».
Intanto la Lazio continua a correre.
«È forte. Non sono mica sorpreso. Per un posto in zona Champions ci sarà battaglia. A me piacciono molto anche Atalanta e Roma».