La Lega aderisce all’appello lanciato dal presidente Sergio Mattarella per l’unità nazionale e si schiera al fianco del presidente incaricato Mario Draghi. La posizione del Carroccio è spiegata da Nuccio Altieri, presidente Invimit e componente della segreteria nazionale del partito, come responsabile Enti locali per il Sud.
La linea pro Draghi di Matteo Salvini fa propri gli auspici espressi in questi mesi, anche sulla Gazzetta del Mezzogiorno, da Giancarlo Giorgetti. È passata l’opzione del «Tatarella» leghista?
«Salvini, insieme a Giorgetti, è stato il primo a parlare di debito buono e ha elogiare la lettera di Draghi al Financial Times a marzo. Nelle consultazioni ci sono state molte convergenze tra Draghi, Salvini e la delegazione della Lega. Passiamo dal parlare di Conte ad affrontare contenuti, come ci chiedeva il Paese».
Gli imprenditori del Nord hanno chiesto alla Caroccio di essere elemento di stabilità. La stessa richiesta è arrivata dal mondo economico meridionale?
«In questa fase, di ripartenza e rinascita, il Sud deve tornare una questione nazionale e la sua crescita deve essere una risorsa per l’intera Italia. Il blocco economico che vogliamo rappresentare nel Mezzogiorno ci chiede di passare dall’assistenzialismo allo sviluppo. Con Draghi Salvini ha parlato di agricoltura e di riconversione green del manifatturiero. Di cose concrete».
Quali le convergenze con il premier incaricato?
«La sintonia è sulla visione degli investimenti per creare sviluppo, trattando con l’Europa a testa alta. Con una figura così autorevole e con un programma di pochi punti, la Lega è a disposizione di Draghi per un governo eccezionale».
Cosa ha di diverso Draghi dal profilo di Mario Monti?
«L’ex presidente della Bce ha fatto una apertura sulla spesa pubblica per lo sviluppo. Monti era per tagli, tasse e austerity. Da Draghi ci sentiamo garantiti».
Salvini vuole stare nel governo e co-decidere sul Recovery. La Meloni va all’opposizione. È finito il centrodestra come lo avevamo conosciuto nel recente passato?
«L’alleanza è salda nelle regioni e nei comuni che governiamo. È unita anche in vista delle prossime comunali. Se si fosse votato per le politiche il centrodestra avrebbe vinto, e Fdi sarebbe diventato terzo partito. Noi abbiamo anteposto gli interessi dei cittadini e del mondo economico a quello della Lega».
Il Carroccio in Europa è escluso dai grandi giochi come aderente al gruppo lepenista Identità e democrazia, mentre in Italia diventa centrale. Cadono così una volta per tutte i veti nei confronti dei sovranisti al governo?
«È un problema che riguarda gli altri. Andiamo a testa alta in Italia e in Europa. Con Draghi difenderemo al meglio gli interessi nazionali. Siamo contro chi svende l’Italia. Salvini ha parlato a Draghi di Bolkestein… Noi vogliamo che l’Ue non ci consideri più Cenerentola del Mediterraneo».
Quali le priorità per il Sud che la Lega indicherà nel Recovery?
«Prima di tutto infrastrutture e trasporti. Ogni euro che arriva dall’Ue deve essere investito per imprese, occupazione, lavoro».
Al governo sarete con Laura Boldrini e Barbara Lezzi, feroci antileghiste…
«È una maggioranza unica, nella quale ci anima un forte senso di responsabilità. Non poniamo veti e non accettiamo veti. Non è facile andare al governo con chi ha denunciato Salvini per aver difeso i confini e l’interesse nazionale, ma per noi viene prima l’Italia. Gli interessi di partito torneranno in gioco quando si voterà superata la pandemia».