È legittimo il provvedimento con cui nel 2018 la Regione ha affidato direttamente a Trenitalia i servizi sostitutivi su gomma, cioè i collegamenti bus effettuati temporaneamente al posto di quelli su ferro. La sentenza del Consiglio di Stato, che ha confermato quella del Tar di Bari, ha respinto il ricorso del Cotrap ed ha chiuso così la «guerra degli autobus»: il consorzio, che in Puglia è monopolista del servizio pubblico e che si oppone alle nuove gare di bacino, chiedeva che i sostitutivi (un contratto da 4 milioni di euro l’anno) venissero messi a gara.
È una questione che potrebbe sembrare tecnica ma che in realtà ha enorme importanza politica, tanto che il Cotrap (di cui fanno parte tutte le aziende pugliesi del settore) ha associato nel proprio collegio di difesa anche un nome di peso come Bernardo Giorgio Mattarella (figlio del presidente della Repubblica). Ma il Consiglio di Stato (Quinta sezione, presidente Severini) ha confermato la tardività dell’impugnazione: in primo grado i giudici amministrativi erano comunque entrati nel merito, stabilendo che l’obbligo di gara non vale per i servizi temporanei.
Il punto è che Cotrap si doleva del fatto che quei servizi non andassero a gara (sono stati assegnati a Trenitalia a 2,19 euro/km e poi subappaltati ad aziende aderenti allo stesso Cotrap a 1,50) quando la «polpa» del servizio di trasporto pubblico locale, i 18 milioni di km annui che costituiscono i servizi su gomma di interesse regionale (235 milioni di euro l’anno), restano in mano al Cotrap sulla base di un contratto scaduto nel 2031, poi prorogato a fine 2018 e ora in scadenza a giugno.
La scorsa giunta regionale, con l’assessore Gianni Giannini, aveva messo in campo la riforma del settore predisponendo gli atti per effettuare le gare sulla base di sei bacini (che corrispondono alle Province) applicando i costi standard. Ne consegue un costo ben più basso rispetto a quello attuale. Tuttavia le gare non solo non si fanno, ma - per quanto sembra possibile capire - non sono nemmeno più all’ordine del giorno. Il risultato è che l’intero settore resta, nei fatti, in mano a un monopolio, con la Regione che non è nemmeno in grado di conoscere percorrenze e passeggeri.
La sentenza del Consiglio di Stato ha confermato che l’affidamento a Trenitalia dei sostitutivi è legittimo fino a quando non verrà avviata la riforma. I nuovi servizi minimi, infatti, risolvono il problema eliminando i «doppioni» (le relazioni che vengono effettuate due o anche tre volte da gestori diverse, a volte come servizi diretti e a volte come sostitutivi) e reimpiegando le risorse nel potenziamento delle linee a maggior traffico: a quel punto resteranno soltanto pochissimi bus sostitutivi, quelli da mettere in piedi quando un treno viene sospeso per qualsiasi motivo straordinario.
Il paradosso è che Cotrap chiede che i sostitutivi vadano a gara. Ma non possono essere messi a gara fino a quando non lo saranno anche le linee che oggi sono gestite dal Cotrap in virtù di una gara novennale che risale al 2004. Nel mercato del trasporto su gomma il concorrente più temibile è proprio BusItalia, la società del gruppo Fs (il principale operatore italiano del settore), davanti ai tedeschi di Arriva che da anni sembrano pronti allo sbarco in Puglia. Per il momento la Regione non sembra intenzionata a far ripartire le gare, almeno non secondo lo schema già previsto. E così la liberalizzazione continuerà a rimanere sulla carta, a danno dei cittadini e delle casse pubbliche.