Buongiorno Brio, in archivio una giornata che non modifica le tendenze.
«Regge il tema dell’equilibrio. La serie A, quest’anno, è un campionato apertissimo. A trecentosessanta gradi».
L’unico scossone, forse, è andato in scena a Bergamo. L’Atalanta ha preso un bel ceffone.
«Guardi, non possiamo certo parlare di sorpresa. E lo dice uno che è innamorato della Dea. La Lazio è forte. E quando sta bene, proprio come in questo momento, può battere chiunque».
Lei l’aveva detto. L’Atalanta farà divertire e farà grandi cose. Ma non ha speranze di scudetto.
«Sì, proprio così. Ribadisco, per il titolo ci sono Inter, Milan e Juventus. Le squadre con le rose più complete. Le altre lotteranno per la zona Champions».
Ha sentito lo sfogo di Gattuso contro Aurelio De Laurentiis?
«Rino mi piace. È un personaggio genuino, uno diretto. Magari a volte non si presenta benissimo, ma spesso mi ritrovo ad applaudire la sua onestà intellettuale nelle analisi».
Rischia davvero l’esonero?
«Ah guardi, credo che vada fatta chiarezza. Il Napoli ha 13 punti più della passata stagione. Ma di cosa parliamo? La società allora dovrebbe venire allo scoperto dicendo che l’obiettivo è lo scudetto. A me, però, sembra fantacalcio. Tra l’altro Osimeh ha giocato solo sei partite, Mertens è fuori da due mesi. Insomma, lasciamolo in pace Gattuso...».
La partita di Marassi pone in rialzo le quotazioni della Juve. Anche se forse è presto per considerarla fuori dal tunnel del rinnovamento.
«Sta crescendo, questo sì. Ultimamente ha sbagliato solo la partita contro l’Inter. Sta migliorando la fase difensiva e questo non è mai un dettaglio. Possono dire ciò che vogliono, ma per vincere è necessario subire pochi gol».
Quanto è servito a Pirlo il rientro di Chiellini?
«Giorgio ha un peso incredibile. Esperienza, carisma, capacità di marcare. Come lui non ce ne sono ormai tantissimi. L’anno scorso è mancato tantissimo a Sarri. Se il fisico dovesse reggere vedrete che la Juve sarà ancora più competitiva».
Stasera, intanto, tutti attaccati alla tv. Inter-Juve, semifinale di Coppa Italia, non sarà mai una partita banale.
«Sono curioso di vedere se la Juve avrà fatto tesoro degli errori commessi nella sfida di campionato. Lasciare all’Inter campo e la possibilità di esaltarsi in contropiede è follia. Giusto ambire ad avere una propria identità e, quindi, a cercare un calcio offensivo. Però le grandi squadre si vedono nella capacità di adattamento. Bisogna giocare tante piccole partite nell’arco dei novanta minuti. Ci divertiremo, comunque. Soprattutto al ritorno».
È già una partita importante?
«Direi proprio di sì. Conte caricherà a mille i suoi. Dopo il fallimento nei gironi di Champions uscire anche dalla Coppa Italia sarebbe un problema. E poi, conoscendo il suo orgoglio, battere la Juve è qualcosa che lo stimola parecchio».
Torniamo alla serie A. Il Milan ha rimesso la testa fuori dall’acqua.
«Sapete come la penso. Il Milan non è una meteora. È in testa perché ha valori. Lotterà fino alla fine. A Bologna ha anche sofferto ma dopo la brutta sconfitta a San Siro contro l’Atalanta e, soprattutto, in Coppa nel derby contro l’Inter non era assolutamente facile ripartire. Un altro segnale di forza e maturità».
La lezione di stile firmata Giulini non ha dato frutti. A Cagliari sembra un anno nero...
«I numeri sono da brividi. Spiace, davvero. Vedremo se il presidente avrà la forza di mantenere la parola. Eppure Di Francesco ha una rosa da salvezza tranquilla».